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Evocatus
un militare dell'esercito romano, tenuto in servizio oltre la durata legale che tornava tra i ranghi dell'esercito per propria volontà o per ordine dei generali. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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L'Evocatus era un militare dell'esercito romano, tenuto in servizio oltre la durata legale che tornava tra i ranghi dell'esercito per propria volontà o per ordine dei generali. Rivestivano un ruolo importante e rispettoso nella Legione romana tanto da essere chiamati in qualità di campidoctoris (istruttori) o centurioni. Molte volte entravano a far parte di unità d'élite come la guardia pretoriana, i vigiles e le coorti urbane.
Il termine poteva essere applicato anche ad un ufficiale, ma a questa pratica si faceva ricorso soprattutto con soldati che possiedono un'alta qualificazione nell'amministrazione, nella polizia, nei vigili di Roma,[1] nei lavori di delimitazione e di architettura, o nei settori dell'approvvigionamento e soprattutto delle esercitazioni. Essi provenivano per lo più dal pretorio[2] o dagli Equites singulares[3] (in questo caso si chiamavano euocati Augusti),[4] a volte da una legione, come nel caso di un certo Quinto Erennio[5] o di altri miles ancora.[6] In alcuni casi si trattava di veterani richiamati in servizio attivo, per gravi crisi, come nel caso delle guerre marcomanniche della fine del II secolo, al tempo dell'Imperatore Marco Aurelio.[7]
Un altro esempio di evocatus può essere il caso di un certo Marco Vibennio, il quale servì per 21 anni nelle file dell'esercito romano, vivendo fino a 38 anni, e prestando così servizio oltre la normale ferma militare di 16-20 anni.[8]
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