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Fialide

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Fialide
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La fiàlide, termine derivato dal greco fialís (fialetta), rappresenta la cellula terminale di un conidioforo, o il conidioforo stesso, sulla cui sommità sono posti i conidi che assumono la denominazione di fialospore (fialoconidi).

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Nell'immagine, che mostra un conidioforo di Aspergillus wentii, è possibile notare le fialidi sviluppate sulla metula

La formazione della fialide, descritta originariamente da Hanlin nel 1976 studiando il fungo Aspergillus clavatus,[1] ha inizio con l'assottigliamento della spessa parete cellulare della vescicola, a cui segue la successiva migrazione del citoplasma dalle aree adiacenti con la formazione di un'escrescenza ovale. Durante la crescita migrano all'interno di ciascuna fialide un singolo nucleo, i mitocondri e altri organelli cellulari derivanti dalla vescicola del conidioforo. Raggiunta la maturità le fialidi si distaccano dalla vescicola attraverso un setto basale, dando origine alla caratteristica forma a "fialetta".

I conidi si formano all'interno dell'estremità delle fialidi quando i singoli nuclei si dividono tramite mitosi, dando vita a due nuovi nuclei figli. Uno di questi nuclei migra quindi alla sommità generando il primo conidio, e il processo si ripete portando alla formazione di una catena di conidi per successione basipeta.

I conidiofori possono essere costituiti da monofialidi e polifialidi semplici o ramificati: i monofialidi possiedono solamente una apertura tramite cui vengono prodotti i conidi, mentre i polifialidi hanno più di una apertura per cellula.[2]

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