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Fonotassi
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La fonotassi (in greco phoné, 'suono', e taxis, 'ordinamento'), detta anche fonosintassi, fonotattica o fonetica sintattica, è una branca della fonetica e della fonologia che tratta i fenomeni morfologici e fonologici che si producono sui segmenti posti ai confini (iniziali o finali) di parole o morfemi, e in particolare delle restrizioni che in ciascuna lingua sussistono relativamente alla tollerabilità di una data combinazione di foni. La fonotassi definisce ammissibile la struttura della sillaba, dei gruppi consonantici e della sequenza vocalica tramite le cosiddette "restrizioni fonotattiche".
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Tipici fenomeni fonotattici
Nell'ambito del vocalismo, sono tipici fenomeni fonotattici:
- la prostesi, che consiste nell'aggiunta di un elemento ad inizio di parola;
- l'aferesi, che consiste nella caduta di un elemento ad inizio di parola;
- l'anaptissi, che consiste nell'inserimento di un elemento vocalico all'interno della parola;
- l'epitesi, che consiste nell'aggiunta di un elemento in fine di parola;
- l'apocope, che consiste nella caduta di un elemento in fine di parola;
- l'elisione, che consiste nella caduta di una vocale atona in fine di parola davanti ad altra parola che inizia con vocale.
Nell'ambito del consonantismo, sono tipici fenomeni fonotattici:
- l'assimilazione, che consiste nell'assunzione da parte di un fono di alcuni tratti di un fono adiacente;
- l'affricazione, che consiste nella perdita da parte di una consonante occlusiva del tratto esplosivo in favore del tratto fricativo;
- la cogeminazione, che consiste nel raddoppiamento della consonante ad inizio di parola.
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Restrizioni fonotattiche
Le restrizioni fonotattiche (o "limiti fonotattici") sono peculiari e specifiche di ogni lingua; per esempio, in giapponese, i gruppi consonantici come /st/ non sono permessi, sebbene essi si trovino in lingue come l'italiano o il serbo-croato. In modo analogo, i suoni /kn/ e /ɡn/ non sono permessi all'inizio di parola in inglese moderno, mentre lo sono in tedesco e in olandese, così come nelle fasi antica e media dell'inglese.
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Struttura della sillaba
Le sillabe hanno la seguente struttura segmentale interna:
Sia l'attacco che la coda possono essere mancanti, formando così una sillaba con una sola vocale; in alternativa, il nucleo può essere occupato da una consonante sillabica.
Fonotassi dell'italiano
Riepilogo
Prospettiva
In italiano la sillaba all'inizio di una parola può avere struttura V, VC, CV, CVC, CCV, CCVC, CCCV, CCCVC (dove C sta per 'consonante' e V per 'vocale').
Attacco
In italiano l'attacco può essere composto da una, due o tre consonanti, pur con delle limitazioni:
CC
- /s/ + un'occlusiva sorda (/p/, /k/, /t/) o /f/. Es. sfavorevole. (esiste anche la variabile regionale /s/+/t͡ʃ/ come in scentrare).
- /z/ + un'occlusiva sonora (/b/, /g/, /d/), /v/, /d͡ʒ/, /m/, /n/, /l/ o /r/. Es. snaturare.
- /f/, /v/, o un'occlusiva (/p/, /b/, /k/, /g/, /t/, /d/) + /r/. Es. francese.
- /f/, /v/, /p/, /b/, /k/ o /g/ + /l/. Es. blaterare.
- Sono permessi alcuni gruppi consonantici in parole di origine straniera, soprattutto grecismi, come /bd/ (es. bdellio), /ft/ (es. ftalato), /gn/ (es. gneiss), /ks/ (es. xilofono), /mn/ (es. mnemonico), /pn/ (es. pneumatico), /ps/ (es. psicologo), /pt/ (es. pterodattilo) o /tm/ (es. tmesi).
CCC
- /s/ + un'occlusiva sorda (/p/, /k/, /t/) o /f/. + /r/. Es. sfrontato.
- /s/ + /p/ o /k/ + /l/. Es. sclerosi.
- /z/ + un'occlusiva sonora (/b/, /g/, /d/) + /r/. Es. sgravio.
- /z/ + /b/ + /l/. Es. sbloccare.
Nucleo
Il nucleo è sempre composto da una vocale, un dittongo o un trittongo ed è l'unica parte della sillaba ad essere obbligatoria. I dittonghi possono essere ascendenti, formati da semiconsonante + vocale (es. chiesa, cuore) o discendenti, formati da vocale + semivocale (es. dai, Europa), mentre i trittonghi possono essere composti da semiconsonante + vocale + semivocale (es. miei, suoi), oppure da semiconsonante + semiconsonante + vocale (es. aiuola, quieto). Non sono trittonghi i gruppi formati da semiconsonante + vocale + vocale (es. miao).
Coda
La coda è possibile solo quando il nucleo è composto da una sola vocale e può esser formata da una sola consonante tra:
- /r/. Es. corto, per.
- /l/. Es. colto, nel.
- /n/. Es. conto, con.
- /m/. Es. compro, andiam.
- tutte le consonanti eccetto /z/ possono costituire la coda e solitamente creano una geminazione con la sillaba seguente (es. cappio, tutto).
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Fonotassi dell'inglese
Riepilogo
Prospettiva
La sillaba inglese (e parola) twelfths /twɛlfθs/ viene divisa in attacco /tw/, nucleo /ɛ/, e coda /lfθs/, e può essere perciò descritta come CCVCCCC (C = consonante, V = vocale). Su questa base è possibile formare regole per le quali le rappresentazioni di classi di fonemi possono riempire i gruppi. Per esempio, l'inglese permette al massimo tre consonanti in un attacco, ma tra le parole native con accenti standard, i fonemi in un attacco tri-consonantico sono limitati al seguente schema:[1]
- /s/ + polmonare + approssimante:
Questo limite può essere osservato nella pronuncia della parola blue: originariamente, la vocale di blue era identica alla vocale di cue, approssimativamente [iw]. Nella maggior parte dei dialetti inglesi, la [iw] si è spostata a [juː]. Teoricamente, questo produrrebbe **[bljuː]. Il gruppo [blj], tuttavia, infrange il limite dei tre attacchi consonantici, in inglese. Dunque, la pronuncia è stata ridotta a [bluː] per elisione della [j].
Altre lingue non condividono lo stesso limite: confronta lo spagnolo pliegue [ˈpljeɣe] o il francese pluie [plɥi].
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Scala di sonorità
In generale, le regole della fonotassi agiscono intorno alla scala di sonorità, stabilendo che il nucleo abbia la massima sonorità e che questa decresca come si allontana dal nucleo. La fricativa alveolare sorda [s] è la più bassa nella gerarchia della sonorità di quanto lo sia l'approssimante laterale alveolare [l], così la combinazione /sl/ viene permessa in attacco e /ls/ in coda, ma /ls/ non è permessa in attacco e /sl/ non viene permessa in coda. Perciò slips /slɪps/ e pulse /pʌls/ sono possibili parole inglesi, mentre *lsips e *pusl non lo sono. Ci sono ovviamente eccezioni a questa regola, ma in generale essa è considerata una scala universale.
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Note
Voci correlate
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