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Formaggio di fossa di Sogliano
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Il "Formaggio di Fossa di Sogliano DOP'" è un tipico formaggio di fossa prodotto storicamente a Sogliano al Rubicone e in altri comuni della Romagna e delle Marche, che nel 2009 è stato riconosciuto prodotto DOP da parte della comunità europea[1].
Secondo il disciplinare DOP può essere prodotto nell’intero territorio delle province di Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna, Pesaro-Urbino, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno e parte del territorio della Provincia di Bologna[2]
Può essere prodotto con latte di pura pecora, con latte vaccino e con latte misto (minimo 20% ovino e il resto vaccino), e viene ottenuto tramite fermentazione anaerobica in tipiche fosse storiche riconosciute dal Ministero competente, di forma ovale, scavate nella roccia arenaria[2].
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Storia
Riepilogo
Prospettiva

Conservare le derrate alimentari nel Medioevo era una priorità, e nei territori della Romagna era comune mettere formaggi e altri alimenti sotto terra, in fosse granarie o ghiacciaie: queste fosse avevano come scopo principale la conservazione del grano, al quale però venivano a volte aggiunti formaggi e altri generi alimentari.[3].
Alla fine del XIII secolo, a Sogliano al Rubicone era già famosa la pratica dell'infossatura del formaggio in fosse pubbliche sotto il controllo dei Malatesta[4]. Queste fosse scavate nella roccia arenaria, erano però utilizzate esclusivamente per la fermentazione dei formaggi, e l'infossatura era un servizio pubblico[5].
Nei periodi primaverili ed estivi, c'era una grande produzione di formaggi, ed era necessario conservarli in vista dei lunghi e freddi inverni. L'infossatura garantiva che per tre mesi il formaggio restasse morbido, e che una volta estratto si conservasse fino alla primavera dell'anno successivo, oltre ad acquisire un sapore unico[3].
La tecnica di fermentazione del formaggio nelle fosse ha origine molto antica. I codici malatestiani del XIV secolo[2], gli statuti di Rimini del 1334[6], gli statuti di Sogliano al Rubicone del 1400[7] insieme ad altri documenti della seconda metà del XV secolo, come il documento di Vecciano del 27 Agosto 1498 e il testo del 28 Ottobre 1947[8] testimoniano la consuetudine all'inserimento del formaggio in fossa per conto terzi, e dimostrano che già all'epoca le tecniche di infossatura dei formaggi erano regolamentate e controllate.
Nel 1640 il dominio dei Malatesta su Sogliano al Rubicone terminò[4], e la famiglia incaricata di svolgere questo servizio pubblico divenne proprietaria delle fosse, e continuò a svolgere questo mestiere in proprio, tramandando questa tradizione fino ai giorni nostri[9].
I produttori potevano portare il proprio formaggio presso le fosse e, pagando una quota, potevano infossarlo. Dopo circa 90 giorni le fosse venivano riaperte, e i proprietari potevano ritirarlo. [10].
Il periodo tradizionale di infossatura è in agosto, e la riapertura avveniva in novembre, tradizionalmente nel giorno di Santa Caterina, il 25 novembre, quando i produttori di formaggio, davano vita ad un mercato nel paese. Alla fine del Novecento la tradizione è stata ripresa con la Fiera del Formaggio di Fossa di Sogliano DOP[11].
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Produzione
Riepilogo
Prospettiva
La produzione ha regole precise. Le fosse sono cavità di forma tronco-conica con un'unica apertura in alto, scavate nella roccia arenaria (localmente chiamata tufo per il caratteristico odore che emana)[11], le quali favoriscono la formazione di un microclima particolare con umidità e della temperatura costante, con l'innesco di una fermentazione anaerobica del formaggio, cambiandone la forma, il sapore e le caratteristiche bio-chimiche[2].
Inizialmente la fossa, dopo un periodo di riposo, va aperta, ossigenata e in seguito purificata col fuoco incendiando della paglia posta sul fondo. Ripulite le ceneri, si crea un'impalcatura di canne fissata alla parete che serve a sorreggere un'intercapedine di paglia. In seguito, si crea un tavolato in legno sopraelevato sul fondo[2].
I formaggi vengono racchiusi in sacchi di tela opportunamente legati e marchiati con un numero per contrassegnare ogni proprietario del sacco, e vengono depositati nella cavità fino al suo completo riempimento[2]. La fossa viene chiusa con un coperchio in legno sigillato utilizzando del gesso, e viene ricreato il selciato con sabbia e sassi.
La fossa rimane sigillata per tre mesi, e trascorso questo periodo di fermentazione il formaggio è pronto.
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Sagre e fiere
- La "Sagra del formaggio di fossa di Sogliano al Rubicone" si tiene ogni anno nelle ultime due domeniche di novembre e nella prima di dicembre. Nel corso della sagra viene appositamente allestito il mercato del formaggio di fossa; per l'evento è possibile visitare direttamente le aziende che infossano il formaggio nelle fosse. Nelle domeniche della sagra alcune fosse vengono tenute aperte al pubblico;
- Anche a Talamello[12] c'è ogni anno la Fiera del formaggio di fossa: si tiene in due domeniche del mese di novembre (di solito la seconda e la terza)[13].
Note
Voci correlate
Collegamenti esterni
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