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Gaio Petelio Libone Visolo
politico e generale romano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Gaio Petelio Libone Visolo (fl. IV secolo a.C.) è stato un politico e generale romano.
Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Nel 360 a.C. fu eletto console con il collega Marco Fabio Ambusto[1].
Mentre a Marco fu affidato il comando della campagna contro gli Ernici, a Gaio Petelio fu affidato il comando della campagna contro i Tiburtini, rei di essersi alleati contro i Galli. Quando i Galli tornarono nel Lazio, per prestare soccorso agli alleati Tiburtini, fu nominato dittatore Quinto Servilio Ahala, che però lasciò a Petelio il comando delle operazioni. I romani ebbero la meglio sui Tiburtini, che si rinchiusero entro le mura, e per questo a Petelio fu concesso il trionfo[2].
Nel 346 a.C. fu eletto console per la seconda volta, con il collega Marco Valerio Corvo,[3] cui fu affidata la campagna militare con i Volsci.
Nel 326 a.C. fu eletto console, con il collega Lucio Papirio Cursore[4]. Durante il consolato fu emanata la Lex Poetelia-Papiria, con cui si aboliva la schiavitù per debiti dei cittadini romani[5].
Nel 313 a.C. fu nominato dittatore per la conduzione della campagna contro i Sanniti. Il dittatore condusse l'esercito romano alla presa di Nola[6].
«Il dittatore, esaminata la posizione della città, per avere più libero accesso alle fortificazioni, fece incendiare tutti gli edifici che si trovavano addossati all'esterno delle mura e nei quali vivevano moltissime persone. Nola fu presa in poco tempo»
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Note
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