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Giovanni Battista Ferrari (cardinale)

cardinale e arcivescovo cattolico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Giovanni Battista Ferrari (cardinale)
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Giovanni Battista Ferrari (Modena, 1445/1451[1]Roma, 20 luglio 1502) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano.

Fatti in breve Giovanni Battista Ferrari cardinale di Santa Romana Chiesa, Incarichi ricoperti ...
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Biografia

Riepilogo
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Laureatosi in legge a Padova, entrò nello stato ecclesiastico in giovane età e si trasferì a Roma sotto la protezione del cardinale Rodrigo Borgia, che gli ottenne delle prebende e un canonicato nel capitolo cattedrale di Modena.

Il cardinale Borgia, nipote di papa Callisto III, agevolò l'accesso alle cariche della Curia Romana a Ferrari, che fu ammesso al possesso delle cariche di sollecitatore delle lettere apostoliche (1471), di abbreviatore di Parco Maggiore (1482) e di referendario (1495).

Fu anche segretario di Giovanni II d'Aragona.

L'11 settembre 1495 fu eletto vescovo di Modena ma, per i suoi impegni presso la Curia, non risiedette quasi mai nella sua città vescovile. Emanò, comunque, numerosi provvedimenti in favore del clero meno abbiente e sotto il suo episcopato fu eretto a Modena il monte frumentario.

Dal 12 aprile 1496 alla morte fu datario apostolico, distinguendosi per l'abilità nel procurare denaro attraverso la vendita di uffici e benefici. Curò anche gli interessi di Ercole I d'Este presso la corte papale e contrattò il fidanzamento di Lucrezia Borgia, figlia di papa Alessandro VI, con Alfonso d'Este, figlio di Ercole.

Ferrari venne creato cardinale nel concistoro del 28 settembre 1500 e il 5 ottobre dello stesso anno ricevette il titolo di San Crisogono.

Il 9 agosto 1501 fu trasferito alla sede metropolitana di Capua.

Ai primi di luglio dell'anno 1502 fu avvelenato dal suo domestico Sebastiano Pinzoni (forse incaricato da Alessandro VI o da Cesare Borgia, desiderosi di impadronirsi delle sue ricchezze) e, dopo una lunga agonia e un rigido rifiuto di "fare salassi o clisteri o prendere sciroppi, pillole o medicine di qualsiasi genere", morì nel suo appartamento di San Pietro il 20 luglio.[2]

A riprova di un possibile coinvolgimento del papa nella vicenda è la testimonianza del maestro di cerimonie Giovanni Burcardo che riporta nel suo diario, nei giorni seguenti, il ritrovamento di un biglietto affisso alla porta del defunto cardinale recitante la frase: "Il bue gli ha preso i beni, la terra il corpo, lo Stige l'anima." Il bue può essere un'allusione allo stemma dei Borgia, nel quale compariva l'animale.[3]

Il suo corpo, inizialmente sepolto in San Pietro, in seguito venne traslato nel duomo di Modena, dove suo fratello Francesco gli era succeduto nell'episcopato.

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Note

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