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Giuseppe Romanato
politico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Giuseppe Romanato (Fratta Polesine, 3 agosto 1916 – Rovigo, 15 aprile 1985) è stato un politico italiano.
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Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Frequentò il Liceo Classico "Celio" di Rovigo e poi l'Università Cattolica di Milano dove subì l'influenza di padre Agostino Gemelli.
Laureatosi nel 1939, tornò in Polesine dove cominciò ad insegnare latino e storia all'Istituto Magistrale.
Fu segretario provinciale della Democrazia Cristiana dal 1946 al gennaio 1948 e poi dall'estate del 1952 all'aprile del 1953, quando fu eletto deputato.

Mantenne la carica di deputato fino a tutto il 1972 quando non fu rieletto - ciò che pose termine alla sua carriera politica - in seguito all'emergere della figura di Antonio Bisaglia, di cui era forte antagonista. Tra il 1964 e il 1966 fu membro del Consiglio nazionale e della Direzione nazionale della Democrazia Cristiana in rappresentanza della corrente di Centrismo popolare.
Dall'ottobre 1969 alla fine della legislatura, 1972, fu Presidente della Commissione permanente Istruzione e Belle Arti della Camera.
Viene ricordato soprattutto per aver presentato e sostenuto, la legge speciale per la salvaguardia dei Colli Euganei, la legge n. 1097 del 1971. I Colli erano minacciati da 68 cave che estraevano materiale da costruzione. La legge, che porta il suo nome, è considerata la prima vera legge ecologica varata dal Parlamento italiano.
Dal 1959 fino alla morte, avvenuta nella primavera del 1985 all'età di 68 anni[1], fu Presidente dell'Accademia dei Concordi, il maggiore istituto culturale del Polesine, della quale promosse un radicale restauro tanto della biblioteca quanto della pinacoteca, facendone il perno della vita culturale di Rovigo e della sua provincia.
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Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
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