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Gonfalone

tipologia di stendardo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Gonfalone
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Il gonfalone (AFI: [ɡonfaˈlone][1][2][3] chiamato in antichità confalone) è un vessillo di forma rettangolare e appeso per il lato minore ad un'asta orizzontale sostenuta, per mezzo di un'altra verticale, dal gonfaloniere.

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Gonfalone del comune di Verrone

Sia in antichità che in tempi recenti il gonfalone è stato utilizzato per rappresentare un ente, un'associazione o una comunità di individui.[4][5][6][7]

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Etimologia

La parola "gonfalone" è la forma tardiva francese e italiana, presente anche in altre lingue romanze, di gonfanone, che deriva dal tedesco antico gundfano, gund, guerra, e fano, bandiera, cfr. il tedesco moderno Fahne e l'inglese vane)[8][9]

Comuni italiani

Riepilogo
Prospettiva

Oggi quasi tutti i comuni italiani (fanno eccezione ad esempio i comuni di Roma e Vicenza[Nota 1], che al posto di adoperare un drappo verticale adoperano una classica bandiera)[10] sono rappresentati da un proprio gonfalone con al centro lo stemma comunale[Nota 2].

Il gonfalone viene concesso direttamente dal presidente della Repubblica mediante un apposito decreto.

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Esempio di un sindaco di un comune italiano (in questo caso Novate Milanese) che tiene in mano un gonfalone della propria città

Il regio decreto n. 6527 del 7 giugno 1943 disponeva che:

«il gonfalone non può mai assumere la forma di bandiera ma deve consistere in un drappo di un metro per due, del colore di uno o di tutti gli smalti dello stemma dell'ente, sospeso mediante un bilico mobile ad un'asta ricoperta di velluto dello stesso colore, con bullette poste a spirale, e terminata in punta da una freccia, sulla quale sarà riprodotto lo stemma, e sul gambo il nome dell'ente. Il drappo, riccamente ornato e frangiato sarà caricato, nel centro, dello stemma dell'ente, sormontato dall'iscrizione centrata (convessa verso l'alto) dell'ente. La cravatta frangiata dovrà consistere in nastri tricolorati dai colori nazionali»

L'art. 5 del dpcm del 28 gennaio 2011 modifica le misure del gonfalone che consiste in un drappo rettangolare di cm 90x180, del colore di uno o di tutti gli smalti dello stemma.[12]

Secondo l'attuale prassi le parti metalliche, i ricami, i cordoni, l'iscrizione e le bullette a spirale del gonfalone sono argentate se si tratta di un Comune e dorate per le province e le città.[13]

Le forme dei gonfaloni municipali possono variare nella forma da comune a comune rispetto a quella rettangolare prevista dalla normativa: per esempio a tre pendenti, a coda di rondine (p. es. Tivoli), o più elaborati come il gonfalone di Santa Margherita Ligure che termina al ventame con 5 merli.

Il gonfalone può essere anche decorato da onorificenze attaccate al tessuto di esso, ad esempio la medaglia al valor civile o quella al valor militare.

In situazioni tipo manifestazioni, il gonfalone rappresenta la presenza di una comunità (solitamente il comune) a quella manifestazione, e il gonfalone indica una presenza ufficiale, la quale ha bisogno di essere confermata direttamente dal sindaco del comune, dal momento che esso ha una personalità giuridica.[14][15][16]

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Il gonfalone negli stemmi

Negli stemmi compaiono due tipi diversi di gonfalone:

  • un'immagine stilizzata e standardizzata, che compare molto frequentemente nell'araldica civica dell'Europa centro-occidentale; si tratta di una pezza di stoffa orizzontale, sostenuta da tre anelli, da cui pendono tre strisce frangiate in basso, con quella centrale più lunga delle laterali:

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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