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Gran Premio degli Stati Uniti d'America-Ovest 1977

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Gran Premio degli Stati Uniti d'America-Ovest 1977
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Il Gran Premio degli Stati Uniti d'America-Ovest 1977 è stata la quarta prova della stagione 1977 del Campionato mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 3 aprile 1977 sul Circuito di Long Beach. La gara è stata vinta dallo statunitense Mario Andretti su Lotus-Ford Cosworth. Ha preceduto sul traguardo l'austriaco Niki Lauda su Ferrari e il sudafricano Jody Scheckter su Wolf-Ford Cosworth.

Fatti in breve GP degli Stati Uniti d'America-Ovest 1977, Data ...
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Vigilia

Riepilogo
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Sviluppi futuri

A seguito di una visita di una commissione di piloti, tra cui Niki Lauda, venne deciso di non effettuare il Gran Premio di Germania sul Nürburgring, vista la troppa pericolosità della pista. L'AvD, organizzatore della corsa, decise così di spostare l'evento a Hockenheim.[1]

Aspetti tecnici

A differenza dell'edizione precedente, in cui solo 20 vetture erano state ammesse al via, nel 1977 furono tutte e ventidue le vetture effettivamente presenti a qualificarsi per la gara.

Aspetti sportivi

Il 18 marzo 1977 Carlos Pace, il pilota brasiliano della Brabham, perì in un incidente aereo presso Mairiporã, città dello stato di San Paolo. Con lui perirono anche il pilota e un altro passeggero. Il corpo, dilaniato, venne riconosciuto tramite le impronte digitali.[2] Al suo posto la Brabham iscrisse Hans-Joachim Stuck, impiegato nel gran premio precedente dalla March. La scelta di Stuck scontentò l'Alfa Romeo, fornitrice dei propulsori alla Brabham, che avrebbe preferito Arturo Merzario.[3]

La March impiegò, in sua sostituzione, Brian Henton (visto anche il perdurare delle condizioni non perfette di Ian Scheckter),[4] che aveva già disputato tre gran premi con la Lotus nel 1975. La Shadow, per sostituire Tom Pryce, deceduto nel corso del gran premio del Sudafrica ingaggiò l'australiano Alan Jones che aveva corso nel 1976 con la Surtees.

A Long Beach fece il suo esordio la scuderia tedesca Auto Technisches Spezialzubehör che schierò Jean-Pierre Jarier su una Penske. Il francese aveva affrontato la stagione precedente con la Shadow. Inizialmente il team tedesco aveva indicato come pilota Hans-Joachim Stuck,[5] passato poi però alla Brabham, in sostituzione di Pace.[4]

Non si presentarono la BRM e la RAM; non si presentò nemmeno la Penthouse Rizla Racing, che aveva iscritto una Hesketh per Rupert Keegan.

Il 19 marzo Enzo Ferrari si dimise da presidente della SEFAC, la società che controllava la Scuderia Ferrari, assieme alla FIAT. Ferrari comunque proseguì l'impegno nella sua scuderia.[6]

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Qualifiche

Riepilogo
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Resoconto

La prima giornata di prove iniziò con un ritardo di due ore e mezzo a causa di una sciopero degli addetti alla sistemazione del tracciato, avvenuto nella notte precedente, e causato da motivazioni economiche. Nella sessione di prove fu Jody Scheckter su Wolf a ottenere il tempo migliore, mentre al termine della prima giornata di prove il miglior tempo fu di Mario Andretti, in 1'22"067 su Lotus, che predette Jacques Laffite su Ligier e John Watson su Brabham. Niki Lauda venne penalizzato dalla rottura di una barra di torsione sulla sua Ferrari.[7]

Al sabato le Ferrari migliorarono le loro prestazioni, con Niki Lauda in pole e Carlos Reutemann quarto. Andretti completò la prima fila e Jody Scheckter fu terzo. Per Lauda fu la ventiduesima partenza al palo nel mondiale.[8]

Risultati

Nella sessione di qualifica[9] si è avuta questa situazione:

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Gara

Riepilogo
Prospettiva

Resoconto

La temperatura dell'aria era di ben 38 °C alla partenza. Al semaforo, Jody Scheckter partì bene dalla seconda fila, superando sia Niki Lauda che Mario Andretti, e passò primo alla prima curva, seguito da Lauda. Carlos Reutemann fu anch'esso protagonista di una buona partenza e si mise subito alle spalle di Andretti. La staccata dell'argentino fu però troppo lunga alla curva 1, uscì largo e venne così sfilato da tutta la compagnia. Andretti evitò il tamponamento con il ferrarista e si accodò ai primi due. La manovra dell'argentino gettò però lo scompiglio fra le vetture che seguivano.

James Hunt colpì con la posteriore destra di John Watson con la sua anteriore sinistra, la sua vettura venne sollevata da terra, tanto da mostrare tutto il suo fondo a Watson. Ricadendo, fu sfiorato da Reutemann e Brambilla e finì sulla via di fuga. Hunt fu capace di tornare ai box e, sebbene la sospensione fosse danneggiata, proseguì e finì col perdere la zona punti per soli due secondi.

Al termine del primo giro, dietro al trio composto da Jody Scheckter, Mario Andretti e Niki Lauda, si trovarono Jacques Laffite, John Watson, Emerson Fittipaldi, Jean-Pierre Jarier e Alan Jones e Patrick Depailler. Nel corso del secondo giro Jarier venne passato sia da Jones che da Depailler.

I tre battistrada, Scheckter, Andretti e Lauda continuarono la battaglia ingaggiata già nelle prove, con il sudafricano che guidava con un vantaggio di un secondo e sette decimi dopo 3 tornate. Al quarto giro Lauda pressò Andretti e tentò di passarlo al hairpin, al termine del lungo rettilineo. L'austriaco bloccò le ruote nel tentativo di passare Andretti ma finì per colpire la vettura dell'italo-americano. La Ferrari dell'austriaco subì così dei danni: Lauda soffrirà di vibrazioni per tutto l'arco della gara. Nel giro 3, intanto, Watson si era installato al quarto posto, dopo un sorpasso su Laffite. Tre giri dopo Depailler passò anche Emerson Fittipaldi, e si posizionò al sesto posto.

Jody Scheckter mantenne un piccolo margine rispetto ad Andretti e Lauda; dopo 25 giri, Andretti era a 2"5 mentre Lauda a 4 secondi. Sebbene spesso avessero dovuto affrontare dei doppiaggi, i tre non persero mai contatto fra loro per più di mezzo giro. Il circuito di Long Beach non richiedeva particolare capacità aerodinamica, e la nuova Lotus, con il suo buon profilo aerodinamico, non poteva raggiungere la velocità della Wolf sul rettilineo; Andretti così si avvicinava nelle curve ma non trovava il modo di passare il sudafricano.

Mario Andretti affermò qualche tempo dopo:

«Mi stavo preparando per un sorpasso in stile banzai. Avevo il bisogno di scalare dalla quinta alla prima marcia per poterlo fare e, considerando i tipi di cambio dell'epoca, avrei potuto forse provarci per una o due volte prima di riuscire. Il mio obiettivo era di provarci se fossi stato in buona posizione verso la fine della gara. Poi vidi che mancava una marcia e, ovviamente, aveva una gomma che si stava lentamente afflosciando.»

Al diciassettesimo giro, Watson, quarto, perse diverse posizioni, finendo fuori dalla zona dei punti. Pochi giri dopo Alan Jones passava Fittipaldi, entrando in zona punti. La classifica vedeva, dietro a Scheckter-Andretti-Lauda, Jacques Laffite, Patrick Depailler, Alan Jones, Emerson Fittipaldi, Gunnar Nilsson, Jean-Pierre Jarier e Ronnie Peterson.

Le posizioni rimasero immutate per diversi giri, fino al giro 40, quando Jones fu costretto al ritiro per un guasto al cambio. nel frattempo James Hunt stava compiendo una poderosa rimonta che lo portò in nona posizione.

Al giro 58, il tempo sul giro di Scheckter improvvisamente aumentò di due secondi, e quando passò davanti ai box, il sudafricano indicò la anteriore destra, che si stava lentamente dechappando. Scheckter decise di non cambiarla e guidare più velocemente che poteva. Per 18 giri, Scheckter ingaggiò una disperata battaglia con Mario Andretti che tentava di sorpassarlo mentre la gomma stava ormai cedendo.

Jody Scheckter dichiarò:

«Non si stava afflosciando del tutto, in quanto solo il lato sinistro e non quello destro stava cedendo, ma non era sul punto di cedere così presto in quanto il punto di frenata e quello di svolta della curva coincidevano.»

Al giro 77, Mario Andretti infine superò la Wolf all'hairpin. Lauda, al termine del Gran Premio, accusò Andretti di aver passato il sudafricano in regime di bandiere gialle.

«Fu uno dei momenti più belli della mia carriera, più soddisfacente della vittoria a Indianapolis e fu molto gratificante vedere quante persone tifavano per me. La vettura rimase perfettamente bilanciata per tutta la gara e i freni si comportarono ottimamente. Lo sorpassai chiaramente. Per me fu una cosa soddisfacente come una vittoria. Jody ha cercato di affermare che l'unica ragione per cui riuscii a passarlo fu il dechappamento della ruota; ma avrebbe dovuto avere molto fumo e sbandare molto, ma così non fu. Fu una bella, e molto soddisfacente, vittoria.»

Niki Lauda recuperava oltre un secondo ai rivali in lotta, e nel settantottesimo giro superò anch'egli Scheckter, portandosi a meno di un secondo da Andretti. Mario Andretti però riuscì a spuntarla, anche se solo con 77 centesimi sul ferrarista. Scheckter fu comunque terzo, mentre quarto fu Patrick Depailler sulla Tyrrell che sfruttò il ritiro di Jacques Laffite, al giro 78, per un guasto al cambio.

Per la prima volta un pilota statunitense vinse la gara di casa (escluse le edizioni della 500 Miglia di Indianapolis valide per il mondiale); fu anche la prima di una vettura che sfruttava l'effetto suolo, la Lotus 78.[10]

Risultati

I risultati del gran premio[11] sono i seguenti:

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Statistiche

Piloti

Costruttori

  • 69ª vittoria per la Lotus;
  • 225° podio per la Italia (bandiera) Ferrari;
  • 100º Gran Premio per la Regno Unito (bandiera) March;

Motori

Pneumatici

  • 93ª vittoria per gli pneumatici Stati Uniti (bandiera) Goodyear;

Giri in testa

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Classifiche

Piloti

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Costruttori

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Note

Bibliografia

Collegamenti esterni

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