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Harry Burton (giornalista)
giornalista e fotografo australiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Harry Burton (Brisbane, 23 gennaio 1968 – Sarobi, 19 novembre 2001) è stato un giornalista, fotografo e cameraman australiano, rapito e ucciso dai talebani sulla strada tra Jalalabad e Kabul assieme ad altri tre colleghi: Maria Grazia Cutuli, Julio Fuentes e Aziz Ullah Haidari.
Biografia
Si avvicinò tardi al giornalismo avendo fino al 1998 lavorato nel controllo qualità dell'azienda australiana di grande distribuzione Coles Myer.[1]
Aveva poi lasciato il lavoro per diventare, sebbene senza alcuna precedente esperienza nel campo, fotoreporter. Fece esperienza in Indonesia e durante il processo di indipendenza di Timor Est, lavorando subito dopo per l'agenzia Reuters.[2] Era fra i giornalisti presi in ostaggio durante il colpo di stato nelle Figi nel 2000[3], dopo il quale fu assunto a tempo pieno dalla Reuters come cameraman.
In Afghanistan per seguire il conflitto iniziato poco prima, fu rapito, lungo la strada tra Jalalabad e Kabul, assieme ad un piccolo gruppo di giornalisti: un fotografo afgano della Reuter Aziz Ullah Haidari, il giornalista di El Mundo Julio Fuentes e l'inviata del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli, oltre ad un interprete. I loro corpi furono ritrovati poche ore dopo[4].
Per il loro omicidio fu condannato a morte, nel 2004, Reza Khan[5]; la sentenza fu eseguita nel 2007[6].
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