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Il Bargello
rivista settimanale italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il Bargello fu un settimanale curato dalla Federazione provinciale fascista di Firenze.
Storia
Riepilogo
Prospettiva
Il primo nunero uscì nel capoluogo toscano il 9 giugno 1929.[1] Il direttore era il giovane ventiseienne fiorentino Alessandro Pavolini[1] che nel 1920 aveva aderito ai Fasci italiani di combattimento e destinato ad assumere un ruolo di primo piano negli ultimi anni del regime[2], la casa editrice era la Vallecchi, dirigeva la redazione il giornalista Gioacchino Contri[1][3].
Nel 1934 la direzione fu assunta da Contri che la mantenne sino all'ultimo numero edito nel 1943[1].

Rivista politica, Il Bargello ospitava anche una sezione letteraria che cautamente si aprì a tematiche di respiro europeo, a scrittori non completamente politicizzati e a collaboratori di altre riviste tra cui Solaria[1]. Con l'evolversi del regime verso ideologie più decisamente autoritarie e conservatrici, anche una certa ambiguità iniziale della rivista andò diminuendo[1].
L'assenza di una linea organica precisa e costante è testimoniata anche dall'alternarsi tra fronda e completo allineamento dei collaboratori e redattori tra i quali si possono citare Fernando Agnoletti, Piero Bargellini, Romano Bilenchi, Alessandro Bonsanti, Giansiro Ferrata, Alfonso Gatto, Vasco Pratolini, Berto Ricci[1]. Collaborò al settimanale, con alcuni suoi disegni d'ispirazione popolare e vigorosa, anche il pittore Ottone Rosai[1].
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Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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