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Immobilizzatore
dispositivo antifurto per autoveicoli Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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L'immobilizzatore, detto anche immobilizer o immobiliser, è un dispositivo elettronico di sicurezza, montato sulle automobili, che impedisce al motore di funzionare, a meno che non venga trasmesso dal telecomando un codice corretto al sistema d'accensione, attraverso un transponder; in caso contrario, il veicolo non è in grado di partire[1], impedendo così il furto del veicolo.


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Storia
L'immobilizzatore elettronico è stato inventato da George Evans e Edward Birkenbuel e venne brevettato nel 1919[2] e consisteva in una griglia 3x3 di interruttori a doppio contatto su un pannello montato all'interno dell'auto, in modo tale che, quando viene attivato l'interruttore di accensione, venisse impedito al motore di avviarsi o all'utente di suonare il clacson.[3]
Dopo la guida, inoltre, le impostazioni del sistema possono essere di volta in volta cambiate[3] e, poiché i moderni sistemi di immobilizzazione sono automatici, il proprietario dell'auto non deve ricordarsi di attivarlo.[4]
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Disponibilità
Honda fu la prima casa produttrice di motocicli a montare immobilizzatori sui suoi prodotti negli anni 1990.[5] Nel settembre 2007, Transport Canada ordinò l'installazione di immobilizzatori in tutti i nuovi veicoli leggeri e camion prodotti in Canada.[6]
Efficacia
Uno studio condotto dal The Economic Journal nel 2016 ha scoperto che l'immobilizzatore ha ridotto il tasso complessivo di furto d'auto di circa il 40% tra il 1995 e il 2008.[7] I vantaggi in termini di furti prevenuti sono almeno tre volte superiori ai costi di installazione del dispositivo.[7]
Tuttavia, il sistema "può essere aggirato da ladri specializzati, dotati di apparecchiature che azzerano il codice di sicurezza"[1][8], come ad esempio i veicoli che montano immobilizzatori con chip Megamos.[9]
Note
Collegamenti esterni
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