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Intermundia

concetto della filosofia epicurea Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Intermundia
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Gli intermundia (in greco antico: μετακόσμια?, metakósmia, in latino intermundia, letteralmente "fra i mondi"), nella filosofia epicurea, si identificano cólli spazi interstiziali, presenti fra gli infiniti mondi, dove abitano eternamente gli dei nel loro stato di atarassia e aponia. Questo stato li porta a non interessarsi in nessun modo dell'andamento delle cose terrene, ciò implica una mancanza di provvidenza divina per indicare la quale fu coniato e usato il termine apronoesia.[1][2][3][4][5]

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Tito Lucrezio Caro, uno dei maggiori esponenti dell'epicureismo in epoca romana.
(latino)
«Nunc et seminibus si tanta est copia quantam

enumerare aetas animantum non queat omnis,
vis‹que› eadem ‹et› natura manet quae semina rerum
conicere in loca quaeque queat simili ratione
atque huc sunt coniecta, necesse est confiteare
esse alios aliis terrarum in partibus orbis

et varias hominum gentis et saecla ferarum»
(italiano)
«E ora se il numero degli atomi è così sterminato

che un'intera età dei viventi non basterebbe a contarli,
e persiste la medesima forza e natura che possa
congiungere gli atomi dovunque nella stessa maniera
in cui si congiunsero qui, è necessario per te riconoscere
che esistono altrove nel vuoto altri globi terrestri
e diverse razze di uomini e specie di fiere»

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Note

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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