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Interno di harem con odalisca

dipinto di Jean-Auguste-Dominique Ingres, Hippolyte e Paul Flandrin Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Interno di harem con odalisca
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Interno di harem con odalisca, suonatrice e guardiano,[2] abbreviato in Interno di harem con odalisca e anche noto come L'odalisca e la schiava[3] (L'Odalisque à l'esclave), è un dipinto a olio su tela realizzato da Jean-Auguste-Dominique Ingres con l'aiuto di Hippolyte Flandrin e Paul Flandrin. L'opera venne realizzata nel 1842 ed oggi è esposta al Walters Art Museum di Baltimora.[4]

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Storia

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Vista aerea del castello di Dampierre e dei suoi giardini. Fu qui che Ingres e i Flandrin dipinsero il quadro.

Tra il 1839 e il 1840, durante il suo secondo soggiorno a Roma, Jean-Auguste-Dominique Ingres realizzò il dipinto Odalisca con schiava, che fu spedito a Parigi e venne ben accolto dai critici della capitale francese. Poco tempo dopo, il re Guglielmo I di Württemberg commissionò al pittore una replica dell'opera, la quale venne realizzata al castello di Dampierre, di proprietà del duca di Luynes.[3]

Per questa replica del dipinto originale Dominique Ingres si fece aiutare dai suoi allievi Hippolyte e Paul Flandrin: quest'ultimo in una lettera indirizzata a un certo signor Momméja, poi pubblicata in un articolo di giornale nel 1890, affermò che fu lui a dipingere la maggior parte della tela, mentre Ingres si sarebbe occupato dei ritocchi finali.[5]

Dopo vari passaggi di proprietà, nel 1943 il dipinto venne lasciato al museo baltimoriano, dove si trova tuttora.[6]

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Descrizione

Riepilogo
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Uno studio di nudo per la musicista, conservato al museo Ingres.

Come l'opera originale del 1839-1840, questo dipinto ambientato in un harem raffigura un'odalisca bionda e dalla pelle chiara (forse una donna circassa) insieme a una schiava che suona uno strumento musicale, un tanbur o un dutar, mentre un guardiano dalla pelle scura si trova in secondo piano.[4] L'odalisca è sdraiata su un pavimento grigiastro e poggia la testa su dei cuscini. Lo sfondo, rispetto al dipinto originario dove c'era un muro, è costituito da un giardino ispirato a quello presente nel castello di Dampierre.[4] Nel giardino è presente uno specchio d'acqua e si intravedono alcune persone in lontananza.

A differenza del suo contemporaneo Eugène Delacroix, autore del dipinto Le donne di Algeri, Ingres non visitò mai un vero harem, pertanto la scena rappresentata è frutto della percezione stereotipata e distorta del mondo orientale da parte degli europei dell'epoca.[4]

In una lettera dell'artista scritta nel 1840 egli affermò che la composizione dell'opera originale derivava da disegni realizzati "in assenza di un modello dal vivo" (en l’absence du modèle vivant):[7] la posizione dell'odalisca nei due dipinti, infatti, riprende quella del soggetto de La dormiente di Napoli, una tela dipinta da Ingres nel 1809 e andata perduta nel 1815.[6][8] Ingres riprese questi abbozzi per La dormiente di Napoli e ne realizzò di nuovi per la figura della suonatrice, partendo da una modella nuda. Nove schizzi della schiava musicista si trovano al museo Ingres di Montauban, mentre uno è conservato al British Museum londinese.[1][9]

L'opera, assieme alla Venere di Urbino di Tiziano e alla Grande odalisca dello stesso Ingres, potrebbe essere stata una delle fonti di ispirazione per il dipinto Olympia di Édouard Manet, realizzato nel 1863.[10]

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Note

Bibliografia

Voci correlate

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