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Ippoboti
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Gli ippoboti (in greco antico: ἱπποβόται?, 'allevatori di cavalli') erano nobili di Calcide dell'Eubea (οἱ παχέες τῶν Χαλκιδέων, cioè i magnati, i 'grassi' di Calcide), detentori di un potere oligarchico dalla seconda metà dell'VIII secolo a.C., cioè già all'epoca della più ampia opera colonizzatrice della polis.[1][2]
Il nome degli ippoboti è strettamente connesso agli hippeis (ἱππεῖς) della Tessaglia, di Eretria, Colofone, Magnesia e di altre città dell'Asia Minore, e alla pratica, assai costosa, dell'allevamento del cavallo.[2]
4000 cleruchi (coloni) di Atene occuparono le terre degli ippoboti nel 506 a.C., impossessandosi della città: gli ippoboti si rifugiarono ad Oropo. Nel 446 a.C., l'Eubea cercò di liberarsi degli Ateniesi, ma la rivolta fallì e Pericle espulse gli ippoboti dall'isola. Quest'episodio è anche l'ultima occasione in cui gli ippoboti vengono menzionati.[1][2]
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