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Isabella Appiano

principessa sovrana di Piombino, ultima esponente degli Appiano principi di Piombino Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Isabella Appiano
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Isabella Appiano (Genova, 1577Roma, 10 novembre 1661) è stata una nobildonna italiana, Principessa regnante di Piombino e ultima esponente del casato degli Appiano. Era figlia del signore di Piombino Alessandro Appiano e di Isabella de Mendoza, e nel 1611, nonostante le dure opposizioni, succedette al fratello Jacopo VII (ma il territorio fu occupato dagli imperiali) e fu principessa sovrana di Piombino per 17 anni, dal 31 ottobre di quell'anno al 10 aprile 1628.

Fatti in breve Principessa di Piombino, In carica ...

Fu l'ultima esponente degli Appiano, la prima dinastia regnante su Piombino, cui subentreranno i Ludovisi, i Boncompagni-Ludovisi e i Bonaparte poi un ramo confluito nei Fanucci (aforetica Faucci) nel comprensorio labronico e diffuso nel versante costiero fra le tenute di Castellina Marittima e Poggio al Sasso.[1]

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Biografia

Riepilogo
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Era la secondogenita del principe di Piombino Alessandro Appiano. Alla morte del padre, nel 1589, ella succedette insieme al fratello minore Jacopo VII sotto la reggenza della madre Isabella.[2]

Nel 1602 Isabella sposò a Genova Giorgio de Mendoza, conte di Binasco, congiunto di sua madre.
Nel 1603 il giovane principe morì a 22 anni e l'imperatore Rodolfo II occupò il territorio facendolo amministrare da un vicario per otto anni, fino al 1611: una sollevazione dei parenti degli Appiano, però, rimise sul trono la venticinquenne Isabella.
Isabella fu la prima principessa di Piombino, ma già due sue antenate, Paola Colonna e Caterina Appiano, ricoprirono il ruolo di signora.
Rimasta vedova, la principessa convolò a nuove nozze, a Roma nel 1622, con il duca di Bracciano Paolo Giordano II Orsini, figlio di Virginio. Trasferitasi nel maestoso Castello Orsini-Odescalchi di Bracciano, che alternava con la Cittadella di Piombino, Isabella e il consorte posarono per alcuni ritratti e medaglie compiuti da Simon Vouet e Ottavio Leoni.[3]

Nel 1628 Filippo IV di Spagna fece invadere il ducati di Piombino e, dopo avere deposto Isabella e Paolo Giordano, lo tenne fino al 1634. In quell'anno il sovrano spagnolo restituì il principato al genero di Isabella, Niccolò I Ludovisi, sposo della figlia Polissena, ma poiché il loro unico erede Gregorio Filippo era morto precocemente la dinastia finì per slegarsi dagli Appiano, per poi proseguire sino ai nostri giorni con la prole della seconda moglie Costanza Pamphili.[4]
Dal 1637, insieme con il marito Paolo Giordano Orsini, tornò a Roma e visse nel palazzo Orsini a Monte Giordano.[5]

L'anziana Isabella, ormai non più principessa di Piombino, morì a Roma, all'età di 84 anni, il 10 novembre 1661.[6]

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Matrimoni e discendenza

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Paolo Giordano II Orsini.

Da Giorgio de Mendoza (?-1619) ebbe due figlie:

  • Barbara de Mendoza-Appiano;
  • Polissena de Mendoza-Appiano (m. 1642), sposò Niccolò Ludovisi, che, in mancanza di altri eredi, essendole premorte sia le figlie che il nipote avuto da Polissena, fu nominato erede del principato di Piombino da Isabella.[7]

Da Paolo Giordano II Orsini (1591-1656) non ebbe figli.

Ascendenza

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Jacopo V Appiano, signore di Piombino Jacopo IV Appiano, signore di Piombino  
 
Vittoria Todeschini Piccolomini d'Aragona  
Jacopo VI Appiano, signore di Piombino  
Elena Salviati Jacopo Salviati  
 
Lucrezia de' Medici  
Alessandro Appiano, signore di Piombino  
Ettore Fieschi, conte di Savignone Giacomo Fieschi  
 
Simona Sauli  
Oriettina Fieschi  
Maria Fieschi Giovanni Ambrogio Fieschi  
 
Bartolomea Doria  
Isabella Appiano, principessa di Piombino  
Garcia II Manrique de Lara y de Mendoza Honorato Hurtado de Mendoza y Manrique, marchese di Cañete  
 
Francisca de Silva y Rivera  
Pedro González de Mendoza Briceño, conte di Vinasco  
Isabel de Briceño y Arevalo Cristobal de Briceño, conte di Piquillos e Villaquejida  
 
Isabel della Caprona  
Isabella de Mendoza  
 
 
 
Elizabetta Confalonieri  
 
 
 
 

Note

Bibliografia

Voci correlate

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