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Istituto Oncologico Veneto
struttura ospedaliera di Padova che svolge attività di prevenzione e cura dei tumori e di ricerca scientifica, parte della rete IRCCS Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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L'Istituto Oncologico Veneto è una struttura ospedaliera situata a Padova che svolge attività di prevenzione e cura dei tumori, nonché di ricerca scientifica, facendo parte della rete IRCCS[1].
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Storia e struttura
Riepilogo
Prospettiva
L'edificio originale nacque come centro specializzato nel trattamento medico e chirurgico della tubercolosi polmonare, fu inaugurato dal sottosegretario ai lavori pubblici Giuseppe Cobolli Gigli nel 1935[2], e intitolato a Vittorio Emanuele III.
Istituito con la legge regionale n. 26 del 22 dicembre 2005[3], lo IOV si trova nella struttura dell'ex Ospedale Busonera. L’ospedale è intitolato al dott. Flavio Busonera, medico e partigiano nato a Oristano nel 1894 e impiccato per rappresaglia il 17 agosto del 1944 in via Santa Lucia, nel centro di Padova assieme a Clemente Lampioni ed Ettore Calderoni. L'attività professionale di Flavio Busonera si svolse prevalentemente a Cavarzere, nel Veneziano e non lavorò mai nel nosocomio a lui intitolato ma nel 1959 il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi conferì in suo onore la medaglia d’argento alla memoria al valor militare e una targa a ricordo del medico partigiano è stata posta nel 2013 all’ingresso dell’ospedale a lui dedicato.[4][5]
È ritenuto, insieme ad altri centri oncologici regionali italiani, un importante punto di riferimento a livello nazionale per la cura dei tumori[6].
Nell'ottobre del 2017 è stata inaugurata una sede distaccata presso l'ospedale di Castelfranco Veneto, con più di 300 posti letto e vari reparti ed ambulatori legati alle varie specialità oncologiche[7].
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Ambiti di ricerca
Lo IOV ha contribuito a vari progetti di ricerca, tra cui lo studio prospettico internazionale "Correlate" sull'utilizzo del regorafenib in pazienti con carcinoma metastatico del colon-retto[8][9].
L'istituto ha inoltre coordinato lo studio nazionale PER-ELISA sull'utilizzo del letrozolo e successivamente della combinazione pertuzumab-trastuzumab come terapia neoadiuvante nei tumori mammari HER2-positivi[10]. Tale studio ha evidenziato una migliore risposta alla terapia da parte del sottotipo HER2-E rispetto agli altri[11][12].
La trasmissione televisiva Superquark nel 2016 ha dedicato allo IOV un servizio di approfondimento[13].
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Note
Collegamenti esterni
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