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Istituto centrale per il patrimonio immateriale

ente pubblico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Istituto centrale per il patrimonio immateriale
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L'Istituto centrale per il patrimonio immateriale (in acronimo ICPI), noto fino al 2019 come Istituto centrale per la demoetnoantropologia (in acronimo ICDE o IDEA), è un ente pubblico italiano e istituto centrale del Ministero della cultura che si occupa della valorizzazione del patrimonio immateriale e delle espressioni delle diversità culturali.

Fatti in breve Stato, Organizzazione ...

Ha sede a Roma presso il palazzo delle Tradizioni popolari, già sede del Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari.

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Storia

Logo dell'Istituto centrale per la demoetnoantropologia.

L'istituto è nato come Istituto centrale per la demoetnoantropologia ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica del 26 novembre 2007, n. 233[1] per la riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali (MiBAC), a cui ha fatto seguito il decreto ministeriale di ordinamento dell'istituto del 7 ottobre 2008 che l'ha incluso nella Direzione generale per i beni architettonici, storico-artistici ed etnoantropologici. L'istituto è subentrato al Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari[2], poi confluito nel Museo delle civiltà, ed è stato successivamente trasferito alla Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio.

Con l'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 dicembre 2019, n. 169 è stato ridenominato Istituto centrale per il patrimonio immateriale[3] e riorganizzato con decreto ministeriale 3 febbraio 2022, n. 46.[4]

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Organizzazione

Riepilogo
Prospettiva

L'istituto è posto sotto la Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio (ABAP) del Ministero della cultura e ha sede a Roma presso il palazzo delle Tradizioni popolari, che ospitava il Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari in piazza Guglielmo Marconi, 10, nel quartiere Europa.

Al vertice dell'istituto è posto un direttore, che viene individuato nel titolare della struttura dirigenziale di livello generale da cui dipendono. Il direttore è Leandro Ventura, in carica dal 14 luglio 2020.[5] Oltre al direttore l'istituto è dotato di un consiglio di amministrazione e di un comitato scientifico, la cui composizione non è stata tuttavia definita.

L'istituto conserva i seguenti archivi:

L'istituto cura inoltre un'ampia biblioteca che conta oltre 30000 tra volumi e periodici, 3700 libretti e 7400 fogli di letteratura popolare, 3800 opuscoli ed un'emeroteca composta da numerosi ritagli di giornale.[11]

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Note

Voci correlate

Collegamenti esterni

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