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Lee Radziwill

socialite e interior designer statunitense Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Lee Radziwill
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Caroline Lee Bouvier, nota come Principessa Lee Radziwill dopo il secondo matrimonio, (New York, 3 marzo 1933New York, 15 febbraio 2019), è stata una socialite e interior designer statunitense.

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Lee Radziwill nel 1974

Sorella minore di Jacqueline Lee Bouvier, fu figura centrale della vita sociale tra New York, Londra e Parigi dalla metà del Novecento.

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Biografia

Riepilogo
Prospettiva

Origini familiari e formazione

Figlia dell'agente di cambio John Vernou Bouvier III e della socialite Janet Norton Lee, nacque al Doctors Hospital di Manhattan con i nomi di battesimo Caroline Lee; fin dall'infanzia utilizzò come nome d'uso la forma Lee.[1][2] Frequentò la Chapin School a New York, la Potomac School a Washington, D.C., quindi la Miss Porter's School a Farmington, Connecticut; proseguì gli studi universitari presso la Sarah Lawrence College.[3]

Nel contesto della società newyorkese del dopoguerra debuttò ufficialmente nel 1950, ottenendo ampia attenzione mediatica nelle pagine dedicate ai debutti sociali e alla moda.[4]

Primo matrimonio

Nel 1953 sposò l'editore Michael Temple Canfield; il matrimonio si concluse con il divorzio nel 1958 e fu successivamente annullato in sede canonica nel 1962.[5]

Secondo matrimonio

Il 19 marzo 1959 sposò a Oxford il principe polacco Stanisław Albrecht Radziwiłł della famiglia Radziwiłł. A seguito dell'unione assunse socialmente il titolo di Principessa, sebbene in Polonia il riconoscimento giuridico dei titoli nobiliari fosse stato abolito dalla Costituzione di marzo del 1921.[6] Il matrimonio venne sciolto nel 1974.[7]

Carriera

Tentativi in ambito teatrale e televisivo

Negli anni sessanta intraprese un breve percorso attoriale, partecipando a una produzione di The Philadelphia Story a Chicago (1967) e a un adattamento televisivo di Laura (1968), esperienze ampiamente recensite dalla stampa e dalla saggistica biografica coeva.[8]

Relazioni pubbliche e interior design

Dalla fine degli anni sessanta orientò la propria attività verso le relazioni pubbliche e l'interior design. Le residenze londinesi e la dimora di campagna a Turville Grange, allestite con il contributo scenografico di Lorenzo Mongiardino, furono spesso oggetto di servizi fotografici e influenzarono il suo successivo lavoro di arredatrice per una clientela internazionale di alto profilo.[9] Negli anni settanta mantenne intensa frequentazione dei circuiti culturali e musicali statunitensi ed europei, come documentato da memorie e reportage di viaggio.[10][11]

Riconoscimenti di stile e media

Figura di riferimento per la stampa di costume e moda, fu inserita nell'International Best Dressed Hall of Fame di Vanity Fair nel 1996.[12] I suoi appartamenti a Parigi e a Manhattan furono oggetto di servizi su riviste internazionali di interior design.[13]

Rapporti con Grey Gardens

Nel 1972 commissionò ai documentaristi Albert e David Maysles un progetto filmico sulla famiglia Bouvier. Le riprese effettuate presso la residenza di Edith Ewing Bouvier Beale e della figlia Edith Bouvier Beale a East Hampton portarono, dopo la sospensione del progetto originario, alla realizzazione autonoma del documentario Grey Gardens (1975), oggi considerato un classico del genere. Materiale d'archivio girato nel 1972 fu successivamente incluso nel film That Summer (2017).[14][15][16]

Terzo matrimonio

Il 23 settembre 1988 sposò il regista e coreografo statunitense Herbert Ross; il matrimonio si concluse con il divorzio nel 2001.[17]

Ultimi anni e morte

Negli anni duemila si dedicò a progetti editoriali autobiografici e a collaborazioni nel campo della moda e dell'arredo d'interni. Morì il 15 febbraio 2019 nella sua abitazione dell'Upper East Side a Manhattan, all'età di 85 anni.[18][19]

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Discendenza

Dal matrimonio con il Principe Radziwiłł nacquero due figli:

  • Anthony Radziwiłł (1959-1999), producer televisivo.[20]
  • Anna Christina Radziwiłł (n. 1960).[21]

Opere

  • Happy Times, New York, Assouline, 2001.[22]
  • Lee, New York, Assouline, 2015, con prefazione di Peter Beard e introduzione di Richard David Story.[23]

Nella cultura di massa

Fu interpretata da Calista Flockhart nella serie Feud: Capote vs. The Swans (2024).[24]

Note

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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