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Malloti
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I Malloti (o Malli, singolare Mallota), furono gli abitanti dell'antica città di Mallo, della Cilicia piana (Cilicia Campestris).

Origini
Secondo Callimaco[1] furono di origini greche, discendenti di una colonia argiva.[2]
Strabone[3] ne confermò le origini raccontando l'episodio della visita di Alessandro Magno, all'oracolo di Anfiloco (fondatore di Mallo), che nell'offrire il sacrificio, risvegliò nella memoria dei Malloti il ricordo della "propria comune discendenza dagli Argivi".[4]
Storia
Riepilogo
Prospettiva
Le fonti
Storici, come Callimaco, Lucano, Plinio il Vecchio, Appiano Alessandrino e Arriano di Nicomedia, nei loro scritti, riportarono interessanti frammenti sulla vita, la cultura e le abitudini degli abitanti di Mallo.
La rivoltà contro Antioco IV

I Malloti vengono ricordati nella Bibbia per l'insurrezione contro Antioco IV Epifane, re seléucide, che decise di donare ad Antiochide, sua concubina, la loro città e quella della vicina di Tarso:
(latino)
«Et cum haec agerentur, contigit: Tharsenses, et Mallotas seditionem movere, eo quod Antiochidi regis concubinae dono dati essent.»
(italiano)
«Mentre così stavano le cose, le città di Tarso e Mallo si ribellarono, perché erano state date in dono ad Antiochide, concubina del re.»
«Mentre così stavano le cose, le città di Tarso e Mallo si ribellarono, perché erano state date in dono ad Antiochide, concubina del re.»
Tale era l'usanza dei re dell'Asia: assegnavano alle loro mogli delle città, ad esempio una per le scarpe, una per gli ornamenti del collo, un'altra per il velo, ecc.[5] 'Le città Greche non volevano essere soggette alle donne dei re',[6] ed è per questo motivo che i cittadini Malloti, unitamente a quelli di Tarso, protestarono contro il trasferimento delle loro entrate ad Antiochide, concubina di Antioco. Il re in persona dovette in tutta fretta partire per la Cilicia per riportare l'ordine nelle due città ribelli.[7]
L'accoglienza per Alessandro

I Malloti furono invece molto benevoli e accoglienti all'arrivo di Alessandro Magno che li sottrasse all'oppressione oligarchica di Dario[8] e concesse loro l'autonomia del governo popolare. Li esentò dal pagamento del tributo dovuto al Gran Re e, con l'istituzione di una festa eroica, rinnovò la gloria del loro fondatore Anfiloco.[9]
I Malloti, per motivi ancora sconosciuti[10] abbandonarono la propria città, rendendola deserta fino a quando Pompeo, nel 67 a.C., la ripopolò con i prigionieri catturati nella guerra contro i pirati, ai quali assegnò le terre in Acaia e Cilicia.
«Quanto ai pirati, quelli che ne aveano l'arte
non per malvagità, ma per la indigenza, in che li avea messi la guerra
furono mandati ad abitare in Mallo, in Adana, in Epifania,
o tal altra città deserta…»
non per malvagità, ma per la indigenza, in che li avea messi la guerra
furono mandati ad abitare in Mallo, in Adana, in Epifania,
o tal altra città deserta…»
Sempre secondo Lucano, i Malloti furono esperti nella costruzione di navi; come una eco risuonava nelle città dell'impero la loro abilità nella cantieristica navale.[11]
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Note
Bibliografia
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