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Mattina (Ungaretti)
poesia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Mattina è una composizione poetica di Giuseppe Ungaretti, parte della raccolta L'Allegria, nella sezione Naufragi, scritta a Santa Maria la Longa il 26 gennaio 1917, durante la prima guerra mondiale.
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Contesto
Nella stessa data e luogo vengono indicate altre due composizioni, Solitudine e Dormire; Mattina rappresenta la seconda composizione di questa serie.
Una delle prime stesure autografe è sul verso di una cartolina spedita a Giovanni Papini con il titolo Cielo e mare e caratterizzata da tre versi aggiuntivi[1][2]. La cartolina conteneva a seguire anche le altre due poesie di questa serie con il titolo di Burrasca e Desiderio.
È stata pubblicata per la prima volta nel 1918 a Napoli, inserita nella raccolta Antologia della Diana sempre con il titolo Cielo e mare ma nella forma breve oggi conosciuta[3].
Secondo una testimonianza di Leone Piccioni rilasciata nel corso di un'intervista, la poesia fu scritta all'alba[4].
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Commento
È la poesia più celebre della raccolta[5]. Composta di quattro parole, è la poesia più breve di Ungaretti[6], nella quale l'idea di infinita grandezza è resa sinteticamente dal poeta con un'immagine che, con le parole di Romano Luperini, colpisce nella forma della luce[7][8].
Francesco Flora nell'ambito della propria valutazione sulla poesia del primo dopoguerra italiano, ha scritto che «il fugace M'illumino d'immenso di Ungaretti, non è già privo di contenuto, ma è anzi privo di forma».[9]
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Note
Bibliografia
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