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Michele Mincuzzi
arcivescovo cattolico italiano (1913-1997) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Michele Mincuzzi (Bari, 18 giugno 1913 – Bari, 3 giugno 1997) è stato un arcivescovo cattolico italiano, 2º arcivescovo metropolita di Lecce.
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Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Fu ordinato sacerdote il 25 luglio 1936.
Il 19 luglio 1966 fu nominato vescovo titolare di Sinnipsa e ausiliare di Bari e Canosa. Ricevette l'ordinazione episcopale il 2 ottobre 1966, consacrante l'arcivescovo Enrico Nicodemo e coconsacranti i vescovi Renato Luisi e Jolando Nuzzi.
Il 12 ottobre 1974 fu nominato vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca.
Amico della famiglia di Aldo Moro, si adoperò nel corso del drammatico rapimento affinché, pur evitando che lo Stato scendesse a patti con le Brigate Rosse, si potesse salvare la vita dello statista. In quei frangenti si espresse in questi termini[1]:
«Gli italiani sono famosi per trovare sempre soluzioni brillanti, ma questa volta ci troviamo tutti a brancolare nel buio. È chiaro, per me, che lo Stato non deve trattare. Si tratta tra eguali, tra chi ha la stessa dignità, non con chi si pone contro la nazione, con chi ferisce la comunità nazionale. E, tuttavia, io spero ancora di ottenere l'impossibile, forse l'inimmaginabile. Ma anche se ciò non avvenisse, cerco di capire questo mistero. Conosco Moro da 35 anni, il Moro cristiano che celebrava l'eucaristia tutti i giorni, cioè celebrava la passione di Cristo, e quindi sapeva portare dentro di sé questa dimensione drammatica cristiana. Io adesso immagino di dialogare con lui, con l'uomo intatto, non manipolato dalle Brigate rosse, e mi sento chiedere da lui come deve comportarsi, e io non so suggerirgli altro che la parola di Cristo: non c'è amore più grande che donare la vita per i propri fratelli. Io sono sicuro che la risposta a tutte le domande laceranti che ci poniamo in questo momento si trova nel cuore stesso di Moro. Se lui potesse parlare liberamente, direbbe: non pensate a me, io sono pronto al sacrificio, pensate al bene del popolo, continuate voi a vivere.»
Il 27 gennaio 1981 fu nominato 2º arcivescovo di Lecce.
Il 18 giugno 1988 rinunciò all'incarico per raggiunti limiti di età; rinuncia che fu accolta da papa Giovanni Paolo II il 7 dicembre 1988.
Morì il 3 giugno 1997, a 15 giorni dal suo 84º compleanno. Il 26 ottobre 1998 la salma del presule è stata traslata nella cripta del duomo di Lecce, dove sono tumulati vescovi e arcivescovi del capoluogo salentino.
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Genealogia episcopale e successione apostolica
La genealogia episcopale è:
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santori
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII
- Papa Benedetto XIV
- Cardinale Enrico Enriquez
- Arcivescovo Manuel Quintano Bonifaz
- Cardinale Buenaventura Córdoba Espinosa de la Cerda
- Cardinale Giuseppe Maria Doria Pamphilj
- Papa Pio VIII
- Papa Pio IX
- Cardinale Gustav Adolf von Hohenlohe-Schillingsfürst
- Arcivescovo Salvatore Magnasco
- Cardinale Gaetano Alimonda
- Cardinale Agostino Richelmy
- Vescovo Giuseppe Castelli
- Vescovo Raffaele De Giuli
- Arcivescovo Enrico Nicodemo
- Arcivescovo Michele Mincuzzi
La successione apostolica è:
- Vescovo Antonio Bello (1982)
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Note
Collegamenti esterni
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