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Migliaccio editori

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I Migliaccio furono una famiglia di editori italiani attiva nel sud Italia. Iniziarono l'attività nel XVIII secolo con Aniello Migliaccio (speziale in Mugnano di Napoli)[1], che per impiegare un suo patrimonio acquisito, si associò al congiunto Niccolò Migliaccio nell'impresa di stampatore in Napoli[2].

Si susseguirono alcune generazioni di stampatori/editori che continuarono a operare nel Regno nel XVIII e XIX secolo. Nel corso dei due secoli furono, da questi editori, dati alle stampe circa 1.500 titoli, tra Napoli, Cosenza e Salerno. L'attività fu svolta non solo nel regno di Napoli dei Borboni, ma anche nel decennio Napoleonico con Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat[3]. Nei primi dell'Ottocento a Cosenza si distinse Francesco, e con Davide i Migliaccio continueranno poi a stampare in questa città fino al 1883[4]. L'attività ebbe termine in Salerno nel 1888, con Raffaello Migliaccio, ultimo editore della famiglia.

La Premiata stamperia di Raffaello Migliaccio in Salerno fu editrice anche del giornale il Picentino[5] e stamperia degli atti della Prefettura del Principato Citra (Salerno)[6]. Tra le edizioni più rilevanti dei Migliaccio di Salerno, la prima raccolta dei versi di Aleardo Aleardi (Poesie varie, precedute da alcuni pensieri per N. Nicodemi, Salerno, Migliaccio, 1860) e la prima traduzione italiana della Logica di Kant (Logica di Emmanuele Kant, recata dall'originale tedesco in italiano dal prof. Alfonso Maria De Carlo, Salerno, Stab. Tip. Migliaccio, 1874) [7].

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