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Monte Camicia
Monte italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il monte Camicia è una montagna del massiccio del Gran Sasso, alta 2564 m s.l.m.[1][2] (la quinta della catena) posta, dal punto di vista geomorfologico, nella parte più orientale del massiccio, collegata sulla sua linea di cresta a ovest al vicino Monte Prena e a seguire ai Monte Brancastello e Monte Aquila, a est al Monte Tremoggia (2 331 m s.l.m.), poi al Monte Siella (2 027 m s.l.m.) e al Monte San Vito (1 892 m s.l.m.).
Ricade nei territori dei comuni di Castel del Monte e Castelli, a cavallo delle province dell'Aquila e Teramo.
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Descrizione
Riepilogo
Prospettiva

La caratteristica di questa montagna è la diversità dei due versanti: quello meridionale arrotondato ed erboso; roccioso e aspro quello settentrionale con la parete che precipita verticalmente per oltre 1200 metri sulle colline del teramano, sopra Castelli.[2]
Sulla stessa imponente parete nord, a una quota di circa 1100-1200 metri, è presente in un canalone un glacio-nevato pensile perenne, il nevaio del Fondo della Salsa[3][4] (toponimo che probabilmente deriva da "Fondo del Balzo", essendo il "balzo" l'impressionante parete Nord del Camicia[senza fonte]).
Dalla cima la vista spazia da una parte sull'intera provincia di Teramo e di Pescara e sul mar Adriatico in lontananza, dall'altra verso meridione si può osservare Campo Imperatore e altre cime del Gran Sasso, il Corno Grande, la Maiella e il Sirente-Velino.
Il Dente del Lupo (2 297 m s.l.m.) si presenta come un avancorpo del versante settentrionale del Monte Camicia ma è una vetta autonoma e ben distinta; s'innalza su una cresta che si dirama verso nord-est, tra il Fondo della Salsa a ovest, dominato dall’imponente Parete Nord del Camicia, e la lunga e articolata Valle del Gravone a est[5].

Flora
La montagna ospita specie erbacee rare tra le quali spicca la stella alpina dell'Appennino.
Sorgenti
A 2080 metri sgorga la risorgiva più elevata dell'Appennino, Fonte Grotta, dalle acque limpide e gelide.
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Escursionismo e alpinismo
La cima si raggiunge da Campo Imperatore tramite non difficili percorsi escursionistici che superano circa mille metri di dislivello, mentre la parete nord, soprannominata l'Eiger dell'Appennino[4], è raramente salita solo dai rocciatori più esperti che affrontano non solo la verticalità e il dislivello ma anche l'ambiente montano estremamente aspro e selvaggio e la friabilità della roccia calcarea.
La cresta è percorsa dal Sentiero del Centenario.
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Note
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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