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Museo diocesano di San Petronio

museo di Bologna, Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Il Museo diocesano di San Petronio di Bologna è allestito all'interno della basilica di San Petronio, nella navata sinistra.

Dati rapidi Ubicazione, Stato ...

Il nucleo iniziale della raccolta ospitata nel Museo, citata anche dal Vasari, si costituì tra il XVI e XIX secolo in relazione al problematico completamento della facciata della basilica, anche se il museo vero e proprio fu costituito solo nel 1894, riunendo nello stesso locale varie testimonianze e documenti relativi alla costruzione della basilica con la suppellettile liturgica.

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Descrizione

Riepilogo
Prospettiva

L'itinerario espositivo del museo è suddiviso in due sale.

Sala I

La prima sala ospita le testimonianze della storia della basilica e della sua problematica costruzione, con il mancato completamento della facciata. Infatti, sono qui raccolti i progetti, i disegni ed i modelli per la facciata della basilica di San Petronio realizzati dagli architetti che dal XVI al XIX secolo si avvicendarono nel tentativo di realizzarla. Tra questi si ricordano: Baldassarre Peruzzi, Giulio Romano, Cristoforo Lombardo, Jacopo Barozzi da Vignola, Pellegrino Tibaldi, Andrea Palladio ed Edoardo Collamarini.

Inoltre, vi sono esposti:

  • gli strumenti utilizzati da Giovanni Cassini per costruire (1655 - 1656) la meridiana della basilica;
  • alcune formelle marmoree con scene bibliche (prima metà del XVI secolo) realizzate per i portali minori.

Tra le formelle, è custodita la scena Giuseppe e la moglie di Putifarre, opera di Properzia de' Rossi.

Sala II

Nella seconda sala è conservato il Tesoro di San Petronio. Di particolare rilievo:

  • le preziose oreficerie del XIII secolo;
  • la Pace di san Sebastiano (fine XV secolo), in argento sbalzato e cesellato;
  • due cofanetti (XV secolo) realizzati dalla bottega degli Embriachi
  • un corale (XV secolo) con tre miniature di Taddeo Crivelli;
  • i corali miniati (XV - XVI secolo) eseguiti dai miniatori Martino da Modena e Giovanni Battista Cavalletti;
  • la croce astile (1547), in argento sbazato e cesellato, opera del bolognese Giovanni Battista del Gambaro;
  • i paramenti sacri, databili dal XVI al XVIII secolo.
  • il Reliquiario di sant'Antonio di Padova (nella seconda metà del XVII secolo), proveniente dalla Cappella Cospi, a cui si associa un crocifisso in lapislazzuli, argento e pietre dure.
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Bibliografia

  • Mario Fanti (a cura di), Il Museo di San Petronio in Bologna, Bologna 2003
  • Erminia Giacomini Miari, Paola Mariani, Musei religiosi in Italia, Milano 2005, p. 63

Voci correlate

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