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Musica sasanide

musica durante l'impero sasanide Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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La musica sasanide, o sassanide, comprende la musica suonata durante l'impero sasanide, esistito dal 224 al 651 d.C.[1] Considerato uno dei periodi più importanti e floridi della storia della Persia, questo periodo influenzò moltissimo anche la musica e le arti figurative.[2]

Contesto storico

Riepilogo
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Le testimonianze relative alla musica sasanide, in particolare nel contesto dei rituali zoroastriani, sono più consistenti rispetto a quelle relative alla musica delle epoche precedenti.[3] Lo zoroastrismo era già stato adottato come religione di Stato dagli Achemenidi e i Sasanidi ne ripristinarono lo status dopo una breve parentesi ellenistica sotto i Parti.[3]

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Mosaico in marmo raffigurante un arpista sasanide che suona un'arpa angolare, ca.260 d.C., Palazzo di Shapur I a Bishapur.

Le prime tracce di musica classica persiana risalgono al VI secolo a.C. durante l'impero achemenide.[4] In questo periodo, la musica svolgeva un ruolo fondamentale, non solo nella preghiera, bensì anche negli eventi reali e nazionali.[4] Nonostante non ci siano pervenuti molti resoconti sulla musica achemenide, essa ha giocato un ruolo fondamentale per lo sviluppo della musica sasanide.

L'impero sasanide è considerato il periodo storico un cui la musica persiana raggiunge il suo apice, soprattutto dal 224 al 651 d.C.[4] In questo periodo, infatti, furono inventato molti generi musicali innovativi (detti dastgah), la maggior parte dei quali attribuibili al musicista Barbad.[4] Secondo il resoconto del poeta persiano Nizami, Barbad componeva trenta arie al giorno, testimonianza emblematica della straordinaria prolificità musicale di quell’epoca.[5]

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Musica nell'Iran sasanide

Riepilogo
Prospettiva

La storia dell'esecuzione musicale nell'Iran sasanide è molto meglio documentata rispetto ai periodi precedenti. Il motivo principale deriva dall'importanza della musica nei vari rituali zoroastriani, principale religione nell'Iran dell'epoca sasanide.[4] La storia e lo sviluppo della musica sasanide è ampiamente rappresentata nelle arti figurative e descritta da numerosi poeti e filosofi dell'epoca. Molteplici testi storici e letterari descrivono il panorama musicale dell'impero sasanide, come ad esempio al-Mas'udi, Khosroqbadan e Reedak.[6]

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Piatto del VII secolo raffigurante musicisti dell'epoca sasanide; British Museum.

Secondo lo scrittore arabo al-Mas'udi, infatti, la musica era molto apprezzata a corte fin a Ardašir I, fondatore della dinastia sasanide.[5] Due secoli dopo, Bahram V eleva musicisti, cantanti e menestrelli al rango più alto della corte.[4] La musica assume un ruolo ancora più importante sotto il regno di Cosroe II, il cui regno viene descritto come un'età dell'oro della musica iraniana.[4] A riprova del suo ruolo fondamentale, viene raffigurato in un grande rilievo a Taq-e Bostan in mezzo ai suoi musicisti mentre impugna arco e frecce.[5]

Secondo le testimonianze dell'epoca, la danza e la chanson erano i generi più diffusi a corte durante i banchetti.[6] Un altro ruolo importante della musica era anche quello di accogliere diplomatici stranieri e re confinanti, come quelli bizantini o eftaliti.[4] Altre testimonianze dell'epoca menzionano anche l'esistenza di menestrelli (chiamati heniag, hinvaz, navagar o rameshgar) durante il periodo sasanide.[6] Al contrario dei menestrelli feudali itineranti, quelli impiegati nell'impero sasanide erano membri della corte a tutti gli effetti.[6]

Il musicista Sirazi menziona sette generi musicali riconosciuti durante l'era sasanide, tra cui sakāf, mādārusnān, sāykād, sisum e jubarān.[5] Successivamente, il musicista Barbad ne inventò altri trentasette, includendo 360 arie (dette daghstan).[3] Cinque secoli dopo la morte di Barbad, il filosofo persiano Farabi registrò tutti i brani musicali del suo repertorio e descrisse i vari metodi di registrazione delle note dell'epoca.

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Strumenti

Gli strumenti musicali che compaiono distintamente nelle sculture sassanidi sono l'arpa, il corno, il daf, il tamburo e il flauto.

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Altorilievo a Taq-e Bostan, raffigurante donne che suonano l'arpa mentre il re è a caccia.

L'arpa tradizionalmente usata è triangolare con sette corde. Viene tenuta in grembo e suonata apparentemente con entrambe le mani. Il tamburello è generalmente di piccole dimensioni. I corni e i flauti sono rappresentati in modo troppo approssimativo perché se ne possa cogliere l'esatto carattere. Sembra che i concerti fossero talvolta eseguiti solo da una decina di arpisti. Le orchestre miste erano invece più numerose.

In un caso il numero degli esecutori ammonta a ventisei, di cui sette suonano l'arpa, altrettanti il flauto o la pipa, tre il corno, uno il tamburo, mentre otto sono resi in modo troppo superficiale perché i loro strumenti siano riconoscibili. Una parte dei musicisti occupa un'orchestra sopraelevata, a cui si accede tramite una scalinata.

Note

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