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Nicola Antonio Stigliola

filosofo italiano (1546-1623) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Nicola Antonio Stigliola, noto anche come Colantonio Stelliola (Nola, 1546Napoli, 11 aprile 1623), è stato un filosofo, architetto, medico e stampatore italiano.

Amico di Tommaso Campanella e Giordano Bruno, fu un sostenitore dell'eliocentrismo copernicano e dell'ermetismo bruniano. Credeva nelle cosmologie pitagoriche e bruniane, compresa l'idea che i corpi celesti riflettessero la luce e che fossero come la Terra, ovvero coperte da piante e animali.[1]

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Biografia

Studiò Medicina presso l'Università di Salerno, conseguendo la laurea nel 1571, dopodiché andò a vivere a Napoli. Lì pubblicò nel 1577 l'opera Theriace et Mithridatia Libellus, un'apologia in difesa del suo maestro Bartolomeo Maranta contro le accuse mosse dalla scuola medica di Padova.[2] Ciononostante non esercitò quasi mai la professione medica, ma rivolse la sua attenzione ad altri campi del sapere, tra cui l'architettura. Intorno al 1580 divenne topografo della città di Napoli e sviluppò nuovi progetti per le mura e il porto cittadino, nessuno dei quali venne realizzato.[3] Al contempo si dedicò all'insegnamento, arrivando a contare un picco di 400 studenti.[3] Inoltre si cimentò nel mondo dell'editoria, dirigendo una stamperia a Porta Reale dal 1593 al 1606; nell'arco di questo periodo pubblicò diverse opere, di cui ne sono sopravvissute 82.[4] Nel 1595 fu accusato di eresia,[4] ma nel 1596 venne scagionato e liberato. Nel 1612 divenne membro dell'Accademia dei Lincei.

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Opere

  • Theriace et Mithridatia Libellus (1577)
  • De gli elementi mechanici (1597)
  • Encyclopedia pythagorea (1616)
  • Telescopio, over ispecillo celeste (1627, postuma)

Note

Collegamenti esterni

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