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Nicolò da Bruna

principe vescovo di Trento dal 1338 al 1347 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Nicolò da Bruna
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Nicolò Alreim o Abrein (Brno, ... – Nicolsburgo, 12 novembre 1347) è stato principe vescovo di Trento dal 1338 al 1347[1].

Fatti in breve Nicolò da Bruna vescovo della Chiesa cattolica, Incarichi ricoperti ...
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Biografia

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L'atto del 9 agosto 1339, con cui Giovanni I di Boemia concesse a Nicolò da Bruna l'uso dello stemma d'armi del principato vescovile di Trento[2]

Nativo di Bruna (l'odierna Brno, la maggiore città della Moravia), Nicolò era decano della cattedrale di Olomouc e cancelliere di Carlo, margravio di Moravia, il primogenito di Giovanni I di Boemia[1].

Nel gennaio 1336 Carlo venne inviato in Tirolo come tutore dei due conti minorenni (suo fratello minore Giovanni Enrico e sua moglie Margherita), e Nicolò lo seguì; il principe vescovo di Trento Enrico di Metz morì nell'ottobre dello stesso anno, e Carlo riuscì a far nominare Nicolò suo successore, ottenendo la conferma papale il 13 luglio 1338[1]- L'anno seguente, Giovanni di Boemia gli concesse di utilizzare nel suo stemma l'aquila di San Venceslao, che era rimasta vacante dopo la morte di Venceslao III di Boemia[1].

Nel suo ruolo di principe vescovo, Nicolò riuscì a fermare la guerra fra le casate nobiliari delle valli di Non e Sole e a recuperare il controllo sui feudi usurpati dai Castelbarco[1]; fu inoltre commissionario di una edizione ampliata del Codex Vangianus (detta maior)[3].

Le trame degli Asburgo per scacciare dal Tirolo i Lussemburgo (la casata a cui Nicolò era fedele), danneggiarono gravemente il potere del vescovo: nel 1341 Margherita ripudiò il marito, che riparò ad Aquileia assieme a Nicolò; l'anno seguente, Margherita si sposò con Ludovico V di Baviera e il padre di quest'ultimo, Ludovico il Bavaro, prese il controllo del principato vescovile[1].

Nel 1347 Carlo, divenuto nel frattempo imperatore, riprese il controllo di Trento, e Nicolò lo raggiunse a Belluno, dove con un decreto imperiale ottenne la restituzione di tutti i feudi trentini; i due si spostarono in Moravia dove Nicolò morì a Nicolsburgo il 12 novembre, senza aver fatto in tempo a rientrare nel principato vescovile[1].

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Note

Bibliografia

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