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Nitteo
re di Tebe nella mitologia greca, figlio di Irieo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Nitteo (in greco antico: Nυκτεύς?, Nyktèus) è un personaggio della mitologia greca. Fu un reggente di Tebe.
Etiomologia
Il suo nome deriva dalla radice νύξ (nyx), che significa "notte". Quindi, il nome Nyktēus potrebbe essere interpretato come "uomo della notte" o "notturno".
Genealogia
Figlio di Ireo[1] o di Ctonio (uno degli Sparti)[2] e della ninfa Clonia,[1] sposò Polisso[1] che lo rese padre di Antiope[1][3][4] e di Nitteide.[2]
Mitologia
Originario dell'Eubea, ne fu esiliato per l'uccisione di Flegias assieme al fratello Lico e si stabilì a Tebe.
Quando scoprì che sua figlia Antiope era rimasta incinta da Zeus, Nitteo la minacciò e lei fuggì a Sicione dove sposò Epopeo. In un impeto di sconforto ed alla notizia del matrimonio Nitteo si uccise, lasciando il compito al fratello Lico di andare a riprendere la figlia e vendicare la sua morte.[2]
Secondo Pausania Nitteo non si suicidò ma prese parte alla battaglia dei tebani contro Epopeo dove fu ferito e perse. Riportato morente a Tebe, nominò reggente suo fratello Lico, poiché Labdaco (l'avente diritto al trono) era ancora un bambino, e supplicò il fratello di attaccare la città di Egialea con un esercito più numeroso.[4]
Secondo Igino Antiope era la moglie di Lico e fu violata con l'inganno da Epafo e di conseguenza fu ripudiata dal marito prima che Zeus si dedicasse a lei.[3]
Note
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