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Noduli di Heberden

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Noduli di Heberden
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I noduli di Heberden sono delle sporgenze ossee che compaiono sulla falange distale attorno ai 45-50 anni come manifestazione tipica dell'artrosi primaria.

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
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Sono causati dalla deformazione del piatto articolare, quest'ultima è dovuta al rimaneggiamento osseo tipico dell'osteoartrosi. Nella maggioranza dei casi non provocano dolore, sebbene modifichino la forma delle dita, tra le quali le più colpite dalla malformazione sono l'indice e il mignolo.

Sono più comuni nelle donne, dato che sembra esserci una predisposizione determinata dagli ormoni.

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Osteoartrite di Heberden

Riepilogo
Prospettiva

L’artrite di Heberden, denominata in onore del medico londinese William Heberden[1][2] (1710–1801),[3] è un’osteoartrosi idiopatica delle articolazioni interfalangee distali (IFD) con formazione di noduli di Heberden. La malattia ha prevalentemente una natura genetica, ma anche ormonale. Un carico eccessivo sulle mani o sulle dita, ad esempio durante il lavoro o in condizioni di sforzi fisici estremi che causano un indebolimento dei legamenti capsulari, può contribuire allo sviluppo della poliartrite. Anche fattori familiari possono avere un ruolo. La condizione è caratterizzata da noduli di Heberden – escrescenze cartilaginee e ossee a due gobbe sul lato estensore alla base delle falangi distali delle dita. Spesso questi sono accompagnati da una marcata infiammazione locale e da sintomi distruttivi: rigidità articolare e deviazione verso il lato del pollice, dolore, perdita di forza e limitazione della mobilità.

Questi tumori nodulari sulle articolazioni delle dita delle mani furono distinti per la prima volta dai noduli (tofosi) che si presentano nella gotta, da Heberden nel 1801.[4] L’artrite di Heberden è una forma particolare di artrite che colpisce le articolazioni interfalangee distali (IFD), cioè le ultime articolazioni delle dita. Questa malattia può causare un significativo disagio e compromettere la funzionalità della mano. Nei casi gravi, può rendersi necessario un intervento chirurgico.[5] Sono frequentemente coinvolte anche le articolazioni interfalangee prossimali (IFP; artrite di Bouchard) e l’articolazione a sella del pollice (→ rizartrosi). Se colpisce altre articolazioni o la colonna vertebrale, si parla di poliartrosi. La malattia può manifestarsi a fasi ed essere molto dolorosa anche a riposo. La crisi può durare mesi.

L’artrite di Heberden colpisce le donne circa dieci volte più frequentemente degli uomini.[6][7] La malattia inizia di solito nel periodo della menopausa. Si stima che ogni anno, su 100.000 donne di età compresa tra i 50 e i 59 anni, 190 sviluppino osteoartrite alla mano, mentre lo stesso avviene soltanto in 27 uomini nella stessa fascia di età.

La diagnosi si basa sull’esame visivo. La presenza dei noduli di Heberden è un segno caratteristico, e solitamente non sono necessari altri esami oltre alla radiografia.[8] La scintigrafia ossea viene effettuata di solito prima di un eventuale radiosinoviortesi.[9]

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