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Organo della basilica di Santa Maria di Collemaggio
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L'organo della basilica di Santa Maria di Collemaggio è un pregevole organo a canne storico; rimasto distrutto nei crolli causati dal terremoto dell'Aquila del 2009, successivamente sono state ripristinate la cantoria e la cassa,[1] ma non la parte fonica.[2]

Storia
Riepilogo
Prospettiva
Lo strumento venne costruito da un organaro anonimo tra la fine del XVII secolo e l'inizio del XVIII secolo. Secondo alcune ipotesi, il costruttore fu il leonessano Luca Neri, che lo realizzò nella seconda metà del XVII secolo per un'altra chiesa; lo strumento, poi sarebbe stato trasportato nella basilica di Collemaggio dopo il terremoto del 1703: sulla cassa, infatti, era riportato l'anno 1706; tuttavia, qualora essa rappresentasse non tanto l'anno di spostamento nella nuova sede, bensì l'anno di completamento dell'organo, lo strumento sarebbe difficilmente attribuibile a Luca Neri, che era nato nel 1594.[3] Nel corso dei secoli XVIII e XIX lo strumento subì una serie di modifiche che ne alterarono in parte le caratteristiche originarie; all'interno dell'organo erano conservate alcune iscrizioni con i nomi degli organari che intervennero sullo strumento, tra i quali Nicola Cavarelli nel 1782, Filippo Annone nel 1802, Andrea Fedri nel 1863 e nel 1881.[4]
Nel corso dei restauri della basilica condotti da Mario Moretti nel 1969 e il 1973 e finalizzati a riportare l'edificio ad uno stile simile a quello originario, l'organo e la cantoria vennero trasferiti nell'ultimo tratto della navata laterale di destra, a ridosso della parete esterna.[5] Nel 1999 l'organo fu oggetto di un completo intervento di restauro, sia al materiale fonico, sia alla parte decorativa (cassa e cantoria): del primo si è occupato l'organaro Riccardo Lorenzini di Montemurlo, mentre della seconda la ditta Anna Lippi di Viareggio.[6] Lo strumento, riportato nella sua collocazione originaria, ovvero sotto l'ultima arcata di sinistra della navata maggiore, fu inaugurato con un concerto da Ton Koopman.[3]
Le scosse del terremoto del 2009 hanno causato il crollo della parte terminale della navata della basilica di Santa Maria di Collemaggio, a causa del quale l'organo a canne è andato distrutto. Tra il 4 e l'11 agosto dello stesso anno, a cura della Legambiente, sono state recuperate le parti superstiti dello strumento, tra le quali il somiere, elementi della cassa e della cantoria e alcune canne.[7]
Dopo complessi lavori di restauro della cassa e della cantoria con la ricostruzione delle parti mancanti, quest'ultime sono state rimontate in basilica a partire dal 13 luglio 2018, prive della parte fonica.[8]
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Descrizione
Riepilogo
Prospettiva
Lo strumento è collocato sopra un'apposita cantoria lignea sorretta da quattro colonne tuscaniche in marmo, il cui parapetto è decorato con bassorilievi con Scene della vita di Cristo ed intagli, probabilmente provenienti da un altare del XVI secolo.[7]
La cassa, in stile con la cantoria, presenta un prospetto tripartito da colonne corinzie scanalate; i due campi laterali ospitavano ciascuno 11 canne in stagno di registro principale con bocche a mitria disposte a cuspide, mentre il campo centrale ospitava 7 canne di principale dello stesso materiale disposte a cuspide, con la canna centrale alta 12'. La cassa terminava in alto con le statue di San Pietro (a sinistra) e di San Paolo (a destra) e con una corona (al centro).[6]
La consolle, a finestra, aveva un'unica tastiera di 54 note (Fa-1-Do5, senza Fa#-1 e Sol#-1) e pedaliera a leggio di 14 note (Fa-1-Sol#1) costantemente unita al manuale.[6] I comandi dei registri, posti in unica colonna verticale alla destra del manuale, erano costituiti da manette a scorrimento orizzontale che sostituivano probabilmente gli originari a pomello.[9]
Il somiere, in legno di noce, era a tiro e l'organo era alimentato da quattro mantici a cuneo. La trasmissione era integralmente meccanica sospesa, e il temperamento mesotonico del quarto di comma, con il corista del la a 396,5 Hz alla temperatura di 3 °C.[10]
Di seguito, la disposizione fonica dello strumento:[10]
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Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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