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Paganesimo

religioni praticate precedentemente al Cristianesimo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Paganesimo
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Il termine paganesimo indica i culti politeisti opposti al cristianesimo.[1][2]

Disambiguazione – "Pagana" rimanda qui. Se stai cercando il cognome italiano, vedi Pagani (cognome).
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"Ave natura", opera del 1910 di Cesare Saccaggi che rappresenta una processione romana a Proserpina, dea pagana dei raccolti.

Il termine origina dal nome dei villaggi rurali dell'Impero romano, pagus, nei quali era rimasta diffusa la religione tradizionale romana, che è il culto pagano per eccellenza, insieme alla religione greca. L'uso del termine è tuttavia accertato anche per indicare le religioni non abramitiche.[1][3]

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Origine e significato storico del termine

Riepilogo
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Il termine paganus iniziò ad essere adottato dai cristiani dell'Impero romano per riferirsi a tutti i non cristiani, in particolare a coloro che continuavano a rimanere fedeli alle loro tradizioni religiose politeiste, a partire dal IV secolo[4].

Al sostantivo, reso con "paganesimo", se ne ha menzione nella lingua italiana a partire dalla metà del XIV secolo[5] e deriva dall'aggettivo usato in precedenza. Il termine "pagano" deriva a sua volta dal latino pagānu(m) dove indica il "civile", il "campagnolo", contrapposto al "militare". Pagānus deriva a sua volta dal termine latino pāgus (villaggio), per denotarne il culto radicato in uno specifico luogo, legato cioè ad un genius loci («spirito del posto»), in contrapposizione all'universalità del Dio cristiano.[6]

Nel lessico cristiano questi termini entrano intorno al 380 (data dell'editto di Tessalonica, emanato da Teodosio I il Grande) quando il cristianesimo è divenuto religione ufficiale e quindi culto dell'Impero romano[7]. Il latino liturgico ignora tuttavia questi termini preferendogli i termini di gens, gentiles, natio o nationes, lasciando pāgus e pagānus all'uso popolare e non "ufficiale" insieme ad altri termini come "infedeli" (latino infedēlis-e) o "idolatri" (latino ecclesiastico ido(lo)lătra[8]) i quali acquisiscono una connotazione peggiorativa[7]. Necessità del latino liturgico è quella di individuare un termine che renda quello greco di ethnicoi ("popoli"), a sua volta traduzione dell'ebraico biblico di goj (pl. gojim), per indicare i popoli diversi da quello ebraico ovvero dal "popolo eletto da Dio", diventato la chiesa di Cristo nell'ambito neotestamentario e quindi cristiano.

Henri Maurier[7] osserva come i termini latini pāgus e pagānus, indichino quei territori, e coloro che li abitano, in opposizione ai centri delle amministrazioni dell'Impero romano e, a differenza di questi ultimi che celebrano il culto imperiale, questi celebrano i culti locali.

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Paganesimo e neopaganesimo

Lo stesso argomento in dettaglio: Neopaganesimo.

Nel corso del XX secolo sono stati concepiti differenti modi per ricostruire o reinventare le religioni cosiddette "pagane", cercando in ogni caso di recuperare dalle loro antiche origini la profonda connessione tra il divino e la natura e il rispetto per le pluralità spirituali e religiose insito nella mentalità sincretista pagana; tali modalità religiose si sono diffuse soprattutto in Europa e nel Nordamerica.[9] Rispetto a tale contesto sono stati coniati i termini "neopaganesimo", "paganesimo moderno" e "paganesimo secolare".

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Note

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