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Paiza
tavoletta lasciapassare dell'impero mongolo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Un paiza o paizi o gerege (in mongolo Пайз, in persiano پایزه, pāiza) era una tavoletta che veniva portata dai funzionari e dagli inviati dell'Impero mongolo come simbolo di privilegio ed autorità e che permetteva di richiedere beni e servizi alla popolazione civile.[1]


Spesso, per attrarre mercanti e talenti stranieri, i Gran Khan concedevano loro delle paiza, esentandoli dal pagamento delle tasse e consentendo loro di utilizzare le stazioni di collegamento (yam) all'interno dell'impero.[1][2] Delle paiza vennero concesse anche a Niccolò e Matteo Polo e lo stesso Marco Polo, che visitò la dinastia Yuan durante il regno di Kublai Khan, lasciò una buona descrizione dei paiza.[3]
Siccome però diversi funzionari e nobili dell'Impero utilizzavano le paiza in modo arbitrario per sfruttare la popolazione, Ögödei Khan ne proibì l'uso alla nobiltà e Möngke Khan inviò investigatori imperiali a supervisionarne l'utilizzo da parte dei mercanti proibendo loro l'utilizzo delle stazioni di collegamento.[4]
L'Ilkhan Ghazan fece creare nuovi paiza di due tipi, che riportavano i nomi dei loro detentori, per evitare che venissero trasferiti ed utilizzati in maniera illecita o inappropriata, e obbligando gli utilizzatori a restituirli alla fine del mandato.
Sebbene le paiza fossero popolari nell'Impero mongoli, non erano un'innovazione mongola in quanto passaporti simili erano già in uso nella Cina settentrionale durante la dinastia Liao e la dinastia Jin e sotto l'Impero tangut.
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