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Pietro Cedolini

vescovo cattolico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Pietro Cedolini (Zara, 1544Zara, 1634) è stato un vescovo cattolico italiano.

Dati rapidi Pietro Cedolini vescovo della Chiesa cattolica, Incarichi ricoperti ...

Biografia

Riepilogo
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Nacque a Zara nel 1544 da una famiglia appartenente alla nobiltà cittadina[1].

Intrapresa la carriera ecclesiastica, si addottorò in diritto canonico a Roma, studiando presso il cardinale Marco Antonio Da Mula, e conobbe Tommaso Aldobrandini, fratello del futuro papa Clemente VIII.

Nel 1568 divenne canonico della cattedrale di Zara, mentre il 19 luglio 1577 papa Gregorio XIII lo nominò vescovo di Nona. Non risiedette nella diocesi durante i quattro anni del suo episcopato, per via della povertà della zona e della recente distruzione del palazzo vescovile locale.

Nondimeno, nel 1579 il cardinale Agostino Valier, durante la sua visita apostolica in Dalmazia, espresse un parere assai positivo sulla sua figura, che probabilmente gli permise di esser scelto come visitatore alle comunità cattoliche rimaste nei territori dell'Impero ottomano. La visita, che dovette svolgersi in segreto, era diretta anche a stabilire un contatto con Geremia II Tranos, patriarca ecumenico di Costantinopoli.

Al termine della visita, svolta dal novembre 1580 all'aprile 1581 tra Pera e Costantinopoli, riferì al papa le condizioni e suggerì inoltre di sostituire i religiosi latini con altri di origine greca o slava, di inviare una missione di gesuiti nell'impero e di sostenere il restauro delle chiese cattoliche ancora aperte al culto. In seguito, prevedendo un futuro attacco degli ottomani, suggerì a Clemente VIII di sostenere un'alleanza tra gli Stati cattolici e lo zar di Russia[2].

Nel frattempo, il 20 febbraio 1581 Gregorio XIII lo aveva trasferito alla sede di Lesina. Pur continuando a risiedere nella città natale, si occupò con particolare zelo della sua diocesi, indicendo due sinodi diocesani (nel 1586 e nel 1596) e partecipando, nel 1607, al sinodo provinciale, convocato dall'arcivescovo metropolita di Spalato.

Negli ultimi anni, benchè divenuto cieco, continuò a governare la sua diocesi, fino alla sua morte, avvenuta nel 1634 a novant'anni di età. Nonostante avesse predisposto il suo sepolcro a Zara, fu sepolto nella cattedrale di Lesina[1].

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Note

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