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Pignasecca
rione di Napoli Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La Pignasecca è una zona di Napoli, nel quartiere Montecalvario della seconda municipalità.

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Descrizione
Situata sulla direttrice Piazza Carità - Stazione di Montesanto - Ventaglieri, incuneata tra via Toledo e la parte settentrionale dei Quartieri Spagnoli[1], è uno dei luoghi più popolari, suggestivi[2] e folkloristici[3] di Napoli. Qui si svolge uno dei mercati più antichi della città[2].
Storia
Anticamente la zona era di proprietà della famiglia Pignatelli di Monteleone ed era conosciuta con il toponimo Biancomangiare, derivato da una meringa prodotta in loco[4]. Nell'attuale piazza di Montesanto, anticamente era presente un ippodromo con toreros e picadores, realizzato durante il vicereame spagnolo[2].
Etimologia
Esistono almeno due varianti sull'etimologia della zona, che risale al 1500[2]:
- una prima ipotesi, vuole che in seguito alla costruzione di via Toledo, furono spianati tutti i terreni agricoli del luogo. Sopravvisse un solo pino (in napoletano pigna) il quale successivamente seccò dando il nome di Pignasecca alla zona[1].
- Una seconda ipotesi è legata ad una leggenda, che vuole che in questa zona ci fosse una fitta pineta popolata da molte gazze. Un giorno una di queste gazze rubò l'anello al vescovo della città, intento ad amoreggiare con la perpetua. Questi per vendetta scomunicò tutte le gazze una ad una e successivamente dopo pochi giorni la pineta seccò e le gazze andarono via, lasciando quel luogo divenuto arido, la Pignasecca[2].
Il mercato
Riepilogo
Prospettiva

Il mercato della Pignasecca ubicato in pieno centro città è frequentato da migliaia di persone ogni giorno[2], ben collegato[5] grazie alla presenza sia della funicolare di Montesanto che permette di raggiungere il Vomero, che ai capolinea delle linee Cumana e Circumflegrea[6], oltre alla stazione Montesanto della linea 2, poco distante.
Uno spaccato del mercato della Pignasecca fu descritto già nel 1884 da Matilde Serao, nel suo libro Il ventre di Napoli[7]:
«Tutto il quartiere della Pignasecca, dal largo della Carità, sino ai Ventaglieri, passando per Montesanto, è ostruito da un mercato continuo. Ci sono le botteghe, ma tutto si vende nella via; i marciapiedi sono scomparsi, chi li ha mai visti? I maccheroni, gli erbaggi, i generi coloniali, le frutta, i salami, e i formaggi, tutto, tutto nella strada, al sole, alle nuvole, alla pioggia; le casse, il banco, le bilancie, le vetrine, tutto, tutto nella via; ci si frigge, essendovi una famosa friggitrice, ci si vendono i melloni, essendovi un mellonaro famoso per dar la voce: vanno e vengono gli asini carichi di frutta; l’asino è il padrone tranquillo e potente della Pignasecca.
Qui il romanzo sperimentale potrebbe anche applicare la sua tradizionale sinfonia degli odori, poiché si subiscono musiche inconcepibili: l’olio fritto, il salame rancido, il formaggio forte, il pepe pestato nel mortaio, l’aceto acuto, il baccalà in molle. Nel mezzo della sinfonia della Pignasecca, vi è il gran motivo profondo e che turba; la vendita del pesce, specialmente del tonno in pieno sole, su certi banchi inclinati.»
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La Pignasecca in musica
Riepilogo
Prospettiva

La Pignasecca, con i suoi mercatini, prodotti tipici, cibo di strada e il vociare dei venditori ambulanti, è stata raccontata anche attraverso la musica, da due interpreti partenopei della musica leggera.
Nel 1977 Pino Daniele, nel suo album d'esordio Terra mia, incise il brano Fortunato, dedicato ad una delle figure storiche della Pignasecca[8], l'ambulante Fortunato Bisaccia, un venditore di taralli napoletani noto a tutta la città[9], che vendeva il suo prodotto urlando Fortunato tene a rrobba bella! ‘Nzogna ‘nzogn[10] e riportata dal cantautore nei seguenti versi:
«Furtunato
tene 'a rrobba bella
e pe' chesto adda alluccà
è 'na vita ca pazzeja
p'e vie 'e chesta città.
Saluta 'e ffemmene
a'ncoppa 'e barcune
viecchie, giuvene e guagliune
ce sta chi dice ca è l'anema
'e chesta città.
Fortunato tene a rrobba bella! ‘Nzogna ‘nzogn»
Nel 1987, il videoclip del brano Chi beve, chi beve di Edoardo Bennato, è stato quasi completamente girato nel mercato alla Pignasecca[11]. Nel video lo stesso Bennato interpreta, sia un pescivendolo che un venditore di sigarette di contrabbando, cantando i loro tipici richiami:
«Sigarette sigarette, gassose chi beve
sigarette sigarette, gassose chi beve…
‘E palammetre[12] songhe vive, ‘e palammetre a mille lire
‘e cchiù belle da Pignasecca, so vive, so vive
sigarette sigarette, tre pacchette seimila lire
statte zitto statte zitto, c’arrivano ‘e guardie!…
Chi ‘e beve, chi ’e beve, ll’ova fesche…
Chi ‘e beve, chi ’e beve, ll’ova fesche…»
Ma il brano che più di tutti ha tradotto in musica[13] i suoni, i richiami e le mercanzie vendute alla Pignasecca, dando veramente l'idea di trovarsi nel bel mezzo del mercato, è sicuramente 'A rumba de scugnizzi di Raffaele Viviani[14].
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Note
Bibliografia
Voci correlate
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