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Princeps senatus

primo membro del senato dell'antica Roma Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Princeps senatus
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Il princeps senatus era il primo membro per precedenza del Senato romano; era il portavoce ufficiale e aveva il diritto di votare per primo, influenzando la votazione degli altri. Non era designato per nascita, né per età o per riconoscimento di servigi politici, ma solo per il riconoscimento di un suo personale, straordinario valore morale.

Fatti in breve Nome originale, Stato ...

Quella di princeps senatus non era una carica a vita. Era scelto dai due censori ogni cinque anni. Vi è da aggiungere che un censore poteva confermare il precedente princeps senatus per ulteriori cinque anni. Doveva essere un patrizio. Questa carica comportava in ogni caso una notevole auctoritas, intesa sia come capacità morale di farsi rispettare dagli altri senatori, sia come carriera politica prestigiosa.

Con l'istituzione dell'Impero romano nel I secolo a.C., l'imperatore romano fu naturalmente il primo tra i membri del Senato: Augusto, quando ottenne per la prima volta la censura nel 28 a.C., si proclamò princeps senatus. Dal 27 a.C. i termini imperator e princeps divennero equivalenti, designando la massima carica, ossia quello del sovrano romano. Anche se non faceva parte del cursus honorum e non deteneva nessun imperium, questo incarico portava comunque prestigio enorme al senatore che lo deteneva.

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Mansioni

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Questa carica venne istituita attorno al 275 a.C.[1] In origine la posizione che ricopriva il princeps era di grande onore e rispetto: aveva il privilegio di parlare per primo davanti agli altri magistrati. Ciò gli conferiva una posizione di grande dignitas, potendo così impostare il tono del dibattito in Senato. Nel tardo periodo repubblicano e durante il principato, questa carica ottenne la prerogativa di presiedere le magistrature oltre ai poteri addizionali come:

  • dichiarare apertura e chiusura delle sessioni di senato;
  • decidere l'ordine del giorno;
  • decidere dove la sessione dovesse avvenire;
  • imporre l'ordine ed altre regole della sessione;
  • ricevere, a nome del senato, le ambascerie dei paesi stranieri;
  • scrivere il nome del senato, delle lettere e delle spedizioni.

A partire dall'80 a.C., si ritiene che lo stato e la funzione di questa carica mutò in seguito alla riforma costituzionale di Lucio Cornelio Silla. Benché rimanessero in vigore le vecchie condizioni e venisse menzionato al primo posto della lista dei senatori formulata dai censori, i suoi poteri furono limitati. In particolare, il fatto di poter parlare per primo durante un dibattito senatorio, decadde a vantaggio invece dei consoli designati.[2]

In seguito alla caduta della Repubblica, l'Imperatore divenne egli stesso princeps senatus ed assunse il governo di tutto l'impero, cosicché da allora in poi il termine non indicava solo «il primo del Senato» ma anche «il primo tra i cittadini». Successivamente il titolo di princeps come capo supremo dello Stato cedette a quello di imperator e servì ad indicare i principi ereditari. Durante poi la crisi del III secolo, anche altri detennero questa carica, oltre all'imperatore: ad esempio il futuro imperatore Valeriano tenne questa carica nel 238, durante il regno di Massimino Trace e Gordiano I.[3]

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Lista dei principes senatus

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Note

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