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Ramo

parte di una pianta Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Ramo
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In botanica i rami sono un'espansione del fusto che sostengono foglie, fiori e frutti. In agronomia son detti anche branche[1][2].

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Esempio di ramo di albero.

Alle ramificazioni di primo ordine si appongono poi ramificazioni di ordine superiore. Il primo ordine è considerato dall'angolo formato con il tronco nel punto di inserzione. Vanno calcolati gli altri partendo dai primi, in sequenza. I rami possono essere più o meno lunghi, pertanto distinguiamo brachiblasti[3][4] (di dimensioni minori) e macroblasti[5] (di dimensioni maggiori). Generalmente i brachiblasti sono anche fruttiferi[6].

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Tipologie

  • Polloni[7]. Un ramo a legno che nasce alla base del fusto dell’albero, direttamente dalle radici.
  • Succhioni[8]. Non è un ramo da frutto ma un ramo a legno. Nasce da una branca, dal ceppo o spesso dal portinnesto.
  • Brindilli (o spur)[9]. Rami con un anno di età, sottili e abbastanza lunghi (20/30 cm). SI trovano nelle piante pomacee e drupacee (soprattutto sul pesco).
  • Dardi[10]. Rami corti (5–10 cm) che terminano con gemme a fiore oppure con una gemma a legno. Si trovano sulle drupacee.
  • Mazzetti di maggio[11]. Hanno un raggruppamento di gemme all’apice, caratteristici di susino e ciliegio.
  • Lamburde[12]. Rametti lunghi 5 cm delle pomacee, che terminano con gemma apicale mista oppure a legno.
  • Rami misti[13]. Rami che presentano sia gemme a fiore che gemme a legno.
  • Vermene[14]. Rami a frutto della pianta di olivo.
  • Ramo anticipato. Deriva da gemme che danno vita al germoglio nello stesso anno della loro formazione. È molto frequente nel pesco[15][16].
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Note

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