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Prospettiva

Riccardo Fabris

1853-1911; Direttore della Cassa Nazionale Infortuni di Milano, autore di diverse pubblicazioni sui problemi del lavoro e della previdenza e d'interesse friulano. Nato e morto a Lestizza (UD). Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Riccardo Fabris (Lestizza, 1853Lestizza, 26 giugno 1911[1]) è stato un funzionario, saggista e patriota italiano.

Famiglia

Riccardo Fabris nacque da famiglia nobile: suo padre era Nicolò Fabris e sua madre la baronessa Felicita Del Mestri di Schönberg. Il padre fu figura di spicco della politica locale, in quanto sindaco di Lestizza e deputato del Regno per la circoscrizione di Palmanova (XIII e XIV legislatura)[2]. Ebbe otto fratelli e sorelle, tra cui risalta la sorella, Elena Fabris Bellavitis, narratrice e poetessa friulana[3].

Il comune di Lestizza era da lungo tempo residenza del casato: sin dal Quattrocento vi si era stabilito il suo antenato Gian Domenico Brianti.

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Carriera

Come molti membri dell’elite friulana post-unitaria, Riccardo Fabris partì compiere i suoi studi universitari a Padova. Lì conseguì la laurea in legge. Completò i suoi studi all’Istituto di Scienze Sociali di Firenze[4].

Specialista di questioni economiche, lavorò all’ufficio di Statistica del Ministero dell'agricoltura di Roma. A Milano fu per quattordici anni direttore della Cassa nazionale infortuni[1]. Nel 1906 fu eletto dalla Fondazione delle Società Italiane di Mutuo Soccorso quale loro rappresentante nel Consiglio Superiore del Lavoro[4].

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Irredentismo e politica locale

Riepilogo
Prospettiva

A contatto con i circoli studenteschi di Padova, o forse per via dell’influenza paterna, Riccardo Fabris aderì decisamente alle tesi irredentistiche. A soli 25 anni pubblicò Il confine orientale d’Italia, operetta di propaganda ambita a dimostrare che “il confine naturale dell’Italia" fosse "segnato dal Brennero, dal Tricorno e dal Nevoso con quelle eccelse vette ghiacciate che fanno naturalmente da Dio Termine tra le vicine nazioni”[5].

Propose anche soluzioni pratiche per rinforzare i territori confinari italiani: di particolare rilievo la proposta di trasformare Marano lagunare, allora modesto villaggio di pescatori, in un grande scalo marittimo[6]. Il nuovo porto avrebbe secondo lui permesso lo sviluppo economico della provincia del Friuli e avuto un valore strategico in caso di guerra. Il progetto, le cui origini vanno trovate negli scritti del Valussi e dell'Antonini, abortì; comunque a Riccardo Fabris venne conferita la cittadinanza onoraria dal comune di Marano. Ancora oggi si può vedere sulla facciata Ovest della pescheria di Marano una lapide che commemora questo fatto[7]. Pure il padre aveva caldeggiato lo sviluppo portuario del Friuli meridionale, proponendo però semplicemente la costruzione di una tratta ferroviaria Udine-San Giorgio di Nogaro che prolungasse la Pontebbana[8].

Da notare anche qualche saggio del Fabris di argomento economico e statistico, specialmente riguardo agli accidenti del lavoro, che ebbero un certo rilievo europeo.

Opere

  • Il confine orientale d’Italia, Libreria A. Manzoni, Roma, 1878.
  • Per un nuovo porto in Friuli: osservazioni, Koschitz, Milano, 1897.
  • Gli infortuni del lavoro, Stab. Tip. P. B. Bellini, Milano, 1897.
  • Essai statistique sur les accidents du travail : Congres international des accidents du travail et des assurances sociales, 4 Session, Bruxelles, 1897, Impr. Henri Reggiani, Milano, 1897.
  • Dell'opportunità e dei modi di intensificare i rapporti d'affari fra l'Italia e la costa orientale dell'Adriatico, Tip. Fratelli Lanzani, 1906.
  • Al mare: contributo agli studi per il nuovo porto di Marano lagunare e per la difesa del Friuli, P. Agnelli, Milano, 1909.
  • Italia e Austria: per una intesa, C. Rinversi, Roma, 1911.
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Note

Bibliografia

Collegamenti esterni

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