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Rifugio Massimo Rinaldi

rifugio sul monte Terminillo (Rieti) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Rifugio Massimo Rinaldimap
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Il rifugio Massimo Rinaldi è un rifugio situato nei Monti Reatini, nel comune di Micigliano (in provincia di Rieti, Lazio), sulla cima del Monte Terminilletto, a 2.108 m s.l.m, nel gruppo del Monte Terminillo.

Fatti in breve Rifugio Massimo Rinaldi Già, Ubicazione ...
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Storia

Riepilogo
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Il Rifugio Umberto I

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Il Rifugio Umberto I in una foto del 1908
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Vista dal Rifugio verso il Monte Terminilluccio, Pian de' Valli e la Piana Reatina

Il rifugio nacque nei primi anni del Novecento, agli albori dell'esplorazione del monte Terminillo, quando ancora non esisteva la strada carrabile e la montagna era raggiungibile solo a piedi.

La sua realizzazione si deve alla sezione di Roma del Club Alpino Italiano, che ne affidò la progettazione all'ingegner Carlo Ignazio Gavini.[3] Il costo totale fu di 7000 lire e venne sostenuto dalla sede centrale e dalla sezione romana del CAI, dal re Umberto I, dai ministri del governo e dai comuni pedemontani.[3]

L'edificio fu realizzato a Roma[4] nel 1900[3] con elementi prefabbricati in legno, in modo che potesse essere facilmente smontato e trasportato a dorso di mulo, ed aveva un peso di 17 tonnellate.[4] Prima della sua installazione, la struttura fu esposta all'esposizione internazionale di Parigi del 1900 insieme ad alcuni acquerelli di Antonino Calcagnadoro, dove il progetto fu premiato con la medaglia d'oro.[3]

Nell'estate del 1901 la struttura venne trasportata e montata sulla cima del monte Terminilletto, che era stata opportunamente spianata, e fu rivestita esternamente di muratura e metallo.[3] Le pareti erano formate da due strati di tavole di legno, con un'intercapedine di 15 centimetri tra i due strati per migliorare l'isolamento termico.[4] Lo spazio interno fu diviso per mezzo di tramezzi in legno, in modo da poter restringere o allargare le stanze a seconda delle necessità.[4]

La struttura prese il nome di Rifugio Umberto I; era stato pensato per alloggiare 12 persone, ma poteva arrivare ad ospitarne anche 36.[4] Fu il primo rifugio a sorgere sul Terminillo, e contribuì non poco a far crescere il numero di visitatori della montagna;[3] il turismo poi "esplose" negli anni Trenta, con la realizzazione della Via Terminillese e delle piste da sci.

Nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, un aereo alleato scambiò il rifugio per una postazione militare e vi sganciò una bomba: l'edificio venne danneggiato gravemente[5] con il crollo del tetto e di una parte del muro esterno in pietra.[3] Le riparazioni provvisorie non servirono a molto, e alla fine degli anni Quaranta il rifugio dovette essere abbandonato.[3]

Il Rifugio Massimo Rinaldi

Nel 1966 il CAI di Rieti decise di ricostruire il rifugio, che venne riedificato sulle macerie dell'Umberto I e con aspetto esterno identico a quello precedente.[3] Il rifugio venne inaugurato nel 1969 e intitolato a Massimo Rinaldi, vescovo di Rieti dal 1924 al 1941, appassionato di montagna e sostenitore dello sviluppo turistico del Terminillo.[3]

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Caratteristiche e informazioni

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La seggiovia dismessa che conduceva al rifugio dalla strada provinciale 10 Turistica del Terminillo a Rialto Terminillo

Il rifugio è dotato all'esterno di un'ampia terrazza, dalla quale si gode di un notevole panorama.[3]

Ai quattro angoli dell'edificio si trovano altrettante pietre provenienti dai quattro santuari della Valle Santa Reatina (Greccio, Fonte Colombo, Poggio Bustone e la Foresta), collocate nel 1969 per commemorare il passaggio di San Francesco in questi territori.[3]

All'esterno del rifugio si trova un busto bronzeo di Massimo Rinaldi, realizzato nel 2002 dallo scultore Dino Morsani.[3]

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Accessi

Nella classificazione del CAI il rifugio rientra nella categoria C.[2] La struttura, infatti, è raggiungibile esclusivamente per mezzo del sentiero CAI n. 401, che parte da Campo Forogna (1675 m) e arriva al monte Terminilletto (2108 m) con tempo di percorrenza di circa un'ora.[2]

Fino a pochi anni fa il rifugio era servito da una seggiovia che lo collegava alla località Rialto dove passa la strada provinciale 10 Turistica del Terminillo, ma l'impianto è stato successivamente dismesso.[3]

Note

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