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Sacco di Barletta
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Il sacco di Barletta fu un episodio militare che avvenne tra il 27 marzo e il 9 settembre del 1528 da parte di truppe francesi nel contesto della guerra della Lega di Cognac.
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Antefatti e assedio
Nel marzo del 1528 Renzo degli Anguillara, provenendo da Roma, riuscì a rompere le difese della città e a conquistarla. Barletta in quel periodo veniva dal successo della Disfida di Barletta; era il centro più popoloso della Puglia, con quasi 30 000 abitanti. Pur nella sua opulenza, però, la città non era mai riuscita a inglobare nella cinta muraria i due borghi che si erano creati a ridosso delle sue mura, tra l'attuale Piazza Caduti e Piazza 13 febbraio 1503. Questa disattenzione costerà caro quando, ormai in ritirata, il degli Anguillara diede ordine di saccheggiare e incendiare i borghi siti fuori dalla cinta muraria di Barletta, così da non fornire supporto agli spagnoli in arrivo. La distruzione più importante si ebbe nel patrimonio storico-artistico, tra fondi antichi e intere chiese, tra le quali la Cattedrale di Nazareth[1].
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Conseguenze
Al termine delle ostilità Barletta aveva perso due popolosi borghi extra moenia, quello di San Vitale e di San Antonio Abate. La città si vide nei successivi decenni molto ridimensionata, sia sotto il profilo economico che politico. La popolazione calò di circa 15 000 unità[2].
La perdita del patrimonio artistico è tutt'ora fonte di studio e riscoperta[3]. Circa un anno dopo la Puglia sarà scossa da un altro assedio, quello del Sacco di Molfetta[4].
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Note
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