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Salmo 51
brano del biblico Libro dei Salmi Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il Salmo 51 (numerazione greca e Vulgata: salmo 50) è ritenuto uno dei principali componimenti del libro biblico dei Salmi. Ha influenzato la teologia di Agostino e di Lutero, oltre a essere stato fonte di ispirazione di innumerevoli composizioni musicali.
Viene sovente chiamato Miserere dal titolo riportato dalla traduzione latina ed è un salmo penitenziale perché in esso il peccatore esprime il suo pentimento ed invoca la misericordia divina. Nella lingua popolare espressioni come "È al Miserere", "Gli si può cantare il Miserere" si riferiscono a una persona in fin di vita, e si spiegano col fatto che le preghiere di veglia per i defunti comprendevano appunto la recitazione del Salmo 51 (50).
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Composizione
Il salmo è preceduto da una sovrascritta rabbinica che lo colloca in un momento particolare della vita di Davide, il re che con le sue grandezze e contraddizioni è come un caleidoscopio dell'intera umanità. Egli aveva tradito e mandato a morire in guerra Uria l'Ittita, marito di Betsabea, e il profeta Natan era stato inviato da YHWH ad accusarlo per la sua colpa di adulterio e omicidio. Secondo gli studiosi anche se potrebbe esserci "un nucleo davidico nella confessione iniziale è però certo che il salmo attuale riflette la teologia di almeno cinque secoli dopo (VI secolo a.C.)"[1]
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Usi liturgici
Riepilogo
Prospettiva
Il canto del Miserere è inserito nelle celebrazioni della Settimana Santa, in particolare nell'Ufficio delle Tenebre.
Inoltre viene spesso cantato durante le Processioni che si svolgono il Venerdì santo. Tra gli esempi vi è l'antica Processione del Venerdì santo di Chieti, durante la quale il coro dell'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti intona la versione del canto musicata dal compositore teatino Saverio Selecchy.
Anche a Sessa Aurunca e Latera (Provincia di Viterbo) durante la Settimana Santa c'è questo rito che si tramanda di generazione in generazione oralmente.
Da menzionare anche la versione di voci polifoniche che accompagna le processioni del Venerdì Santo di Vico del Gargano. Giovanna Marini, la più grande folk singer italiana, lo descrive così in un suo libro: "...partita la processione, il primo gruppo intona il Miserere e così il secondo... sfilano tutti con queste voci tuonanti di maschi forti, l'effetto è sconvolgente, ci mettiamo tutti a piangere, i battimenti sono troppi non si regge ad un'emozione così forte. Singhiozzando faccio il numero di telefono di Patrizia Bovi perché anche lei senta che cosa straordinaria sia questo Miserere di Vico".
Il canto del miserere è parte integrante nella "Processione del Cristo Morto" di Gubbio (Perugia), di cui è depositaria la Confraternita della chiesa di Santa Croce della foce, che dal medioevo vede sfilare tra le vie della città i simboli della Passione. I cantori divisi in due cori, del Cristo e della Madonna, accompagnano le due statue lignee con il canto delle strofe del salmo, tramandando oralmente una tradizione secolare.
Anche a Sulmona (L'Aquila) la processione del Cristo morto, organizzata dall'Arciconfraternita della SS. Trinità, è accompagnata da un maestoso coro di oltre 100 cantori che intonano le note del Miserere composto dai maestri Barcone, Scotti e Galli.
Molto suggestiva è anche la versione detta "gregoriana" intonata dal coro del Miserere che accompagna le processioni "rosse" ( dal colore del saio, che è appunto di colore rosso, unico fra le processioni della penisola sorrentina) del Giovedì e Venerdì Santo dell'Arciconfraternita della Santissima Trinità dei pellegrini e convalescenti di Piano di Sorrento (Provincia di Napoli); ricostituito nel 1990 grazie all'opera e all'impegno dei maestri Gaetano Pollio e Pino Russo è formato da circa 100 cantori divisi in 4 voci.
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Testi
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Nell'arte e nella musica
Riepilogo
Prospettiva

Miserere di me, intima Dante a Virgilio nel primo canto dell'Inferno (v. 65), quando intravede l'ombra della sua guida per la prima volta. Anche Manzoni nei "Promessi Sposi", in particolare nel capitolo XXXVI, cita il Miserere che viene cantato alternativamente dalle donne che componevano la processione che si era deciso di fare per i guariti. Esistono numerosissime versioni musicali del salmo, sia del testo completo che di parti. Fra i musicisti che ne hanno trattato in polifonia da ricordare Giovanni Martini, Josquin des Prez, Orlando di Lasso, Gregorio Allegri, Giovanni Pierluigi da Palestrina, Andrea Gabrieli, Giovanni Gabrieli, Carlo Gesualdo, Johann Adolf Hasse, Jan Dismas Zelenka, Wolfgang Amadeus Mozart, Johann Sebastian Bach (in tedesco, riprendendo la musica dello Stabat Mater di Pergolesi), Lorenzo Perosi, Michael Nyman, Arvo Pärt, Saverio Selecchy. È anche il titolo degli album singolo omonimi di Zucchero Fornaciari, che canta in coppia con Luciano Pavarotti. Da ricordare anche il magnifico Miserere dal IV atto de Il Trovatore di Giuseppe Verdi, eseguito dal coro maschile a cappella, chiaramente con parole in italiano, che del salmo prendono solo l'incipit.
Tuttavia il più celebre è probabilmente il Miserere di Gregorio Allegri, custodito gelosamente in Vaticano per secoli e coperto addirittura dalla scomunica per chi lo avesse divulgato oltre le porte dei sacri palazzi. Lo stesso Mozart ne rimase talmente impressionato durante la sua visita a Roma che tentò di riprodurlo dopo averlo imparato a memoria.
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Note
Voci correlate
Altri progetti
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