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Scuola militare di sanità e veterinaria
Istituto di formazione veterinaria dell'Esercito italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La Scuola di sanità e veterinaria militare[1] è l'istituto del Corpo sanitario dell'Esercito Italiano preposto alla formazione, qualificazione e specializzazione sanitaria e veterinaria per gli appartenenti a tutte le armi della forza armata. Dal 1998 ha sede presso la caserma 'Vito Artale', nella città militare della Cecchignola di Roma.
Fino al 2013 dipendente dal Comando dei Supporti delle Forze Operative Terrestri[2].
Dal 1º gennaio 2013 la Scuola è passata alle dipendenze del Comando per la formazione, specializzazione e dottrina dell'Esercito.
Successivamente, dal 1º gennaio 2022, dipende gerarchicamente dal Comando di Sanità e Veterinaria.
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Storia
Origini
Il 1º gennaio 1883 nacque a Firenze la Scuola di Sanità Militare, acquartierata nella caserma 'Francesco Redi' sita in un complesso di edifici monastici risalenti al XIV secolo. Nei successivi 100 anni ha preparato oltre 60.000 ufficiali medici di complemento.
Il trasferimento a Roma
Il 15 luglio 1998 la scuola è stata rinominata "Scuola di sanità e veterinaria militare" ed è stata trasferita alla Cecchignola (Roma).
Il Comandante
Dal 13 aprile 2022 è comandata dal Col. sa. (Med) t.ISSMI Giuseppe Maria Antonio Algieri.
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Compiti
Svolge corsi formativi, di qualificazione e di specializzazione per ufficiali, sottufficiali, allievi marescialli e sergenti, volontari in servizio permanente e in ferma prefissata appartenenti a tutte le Armi dell'Esercito. Dal 2009 svolge inoltre i corsi "Combat Life Support" per la qualifica di Soccorritore militare.[3]
Dalla Scuola dipende un battaglione addestrativo che provvede sia all'attività addestrativa che funzionale dell'ente.
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Onorificenze
«Per l'opera da essa data in occasione del terremoto del 28 dicembre 1908 in Calabria e in Sicilia (Alla Scuola di Applicazione di Sanità Militare)»
— 5 giugno 1910[4]
— 5 giugno 1910[4]
«Nella circostanza del terremoto avvenuto nel Friuli il 6 maggio 1976 interveniva con tempestività per portare soccorso ed assistenza alle popolazioni colpite. Prodigandosi oltre ogni limite e mettendo in evidenza quello spirito di abnegazione che è vanto del Servizio di Sanità dell'Esercito, operava senza sosta contribuendo in maniera determinante al ricovero, alla cura ed all'assistenza dei feriti e a tenere sotto controllo la situazione igienico-sanitaria della zona. Per tale attività riscuoteva l'unanime riconoscimento delle popolazioni friulane.
Friuli, 6 maggio 1976 - 30 aprile 1977»
— 13 dicembre 1977[4]
— 13 dicembre 1977[4]
Note
Collegamenti esterni
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