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Signora con ventagli
dipinto di Édouard Manet Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Signora con ventagli è un dipinto del pittore francese Édouard Manet, realizzato nel 1873-1874 e conservato al museo d'Orsay di Parigi.
Descrizione
Riepilogo
Prospettiva
Nina de Villard, la donna ritratta, era una figura stravagante ed energica che aveva fatto della propria dimora parigina un salotto frequentato da un mélange letterato-artistico di respiro nazionale: fra gli habitué vi erano personalità come Paul Verlaine, Stéphane Mallarmé, Anatole France e, ovviamente, lo stesso Manet.[1]
Manet riprende la giovane amica in una posa domestica e del tutto anticonvenzionale: Nina, infatti, è distesa su un divano, poggia un gomito su un cuscino ed è avvolta in un abito all'algerina di stoffa nera (da lei solitamente indossato durante i ricevimenti) che dà volumetricamente risalto alla figura, ben separata in questo modo dai toni bianchi del canapè e dalla parete monocroma di fondo. Quest'ultima, in particolare, è addobbata per la situazione con tappezzeria e ventagli giapponesi, che allora godevano in Europa di grandissima popolarità: questa scenografia, riprodotta anche nel ritratto di Stéphane Mallarmé (Manet) e in vari dipinti di Monet, Whistler, Tissot e Renoir, non sembra avere particolari finalità simboliche.[1][2]
In questo dipinto Manet dà prova del proprio talento ritrattistico, riuscendo a penetrare con acutezza la psicologia del personaggio rappresentato. È indubbio che l'artista guarda Nina con simpatia, e non esita a metterne in risalto l'eleganza e la sua tendenza alla convivenza sociale; dietro il divertimento e la palpitante complicità, tuttavia, si nasconde un'indole cogitabonda, stanca e persino malinconica, che neppure il lieve sorriso che le percorre le labbra riesce a camuffare. La stesura pittorica, come di consueto, ha un aspetto compendario e trascura i dettagli in favore di una resa dell'immagine più vivace e veritiera, ottenuta con l'impiego di pennellate talora rapide e vibranti, talora minute e spezzate. Speciale menzione merita la scelta cromatica della veste di Nina, animata da un nero brillante, addirittura luminoso, tipico di Manet.[1]
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Note
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