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Sindrome da visione al computer

sindrome di affaticamento causata dall'uso prolungato di schermi elettronici Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Sindrome da visione al computer
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La sindrome da visione al computer o sindrome da schermo elettronico, detta talvolta anche stanchezza cronica da schermo, è il termine con il quale si è definita la sindrome di affaticamento causata dall'uso prolungato di schermi elettronici e della luce blu intensa da essi emessa[1].

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
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Descrizione

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I diodi LED contenuti negli schermi elettronici emettono una forte luce blu

Molti schermi elettronici, tra cui i display LED e LCD, sempre più usati nell'ambito informatico (computer, smartphone ma anche i televisori moderni e i display dei cruscotti delle automobili), emettono luce blu, che è fonte di stress ossidativo sulla pigmentazione retinica, inibendo la secrezione di melatonina (al contrario stimolata dai colori rosso-arancio che simulano il tramonto), disturbando il ritmo circadiano e cerebrale, e affaticando la vista.[2][3][4][5] La melatonina viene sintetizzata soprattutto in assenza di luce dalla ghiandola pineale; poco dopo la comparsa dell'oscurità, le sue concentrazioni nel sangue aumentano rapidamente e raggiungono il massimo tra le 2 e le 4 di notte per poi ridursi gradualmente all'approssimarsi del mattino. L'esposizione alla luce (soprattutto alla lunghezza d'onda blu tra 460 e 480 nm) inibisce la produzione della melatonina in misura dose-dipendente.[6][7][8]
Tuttavia gli effetti sul ciclo circadiano sono stati con il tempo ridimensionati, in quanto mediamente l'esposizione alla luce (non per forza alla luce blu[9]) ha ritardato l'addormentamento di circa 10 minuti,[10] con un impatto moderato sulla qualità del sonno.[11]
Altri studi hanno evidenziato come il fenomeno sia più complesso dei soli fattori quali: luce intensa, eccitazione/ansia, interruzioni del sonno e ritardo nell'addormentarsi, proponendo anche un approccio differente e bidirezionale al problema, con l'uso della tecnologia prima di addormentarsi con lo scopo di occupare il tempo o come stratagemma per regolare lo stato emotivo per facilitare l'esordio del sonno, inoltre andrebbero adottati dei sistemi o soluzioni che possano agire sui fattori protettivi, così da mitigare o esacerbare gli effetti della tecnologia sul sonno e viceversa.[12]

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Sintomi

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Effetti della melatonina, la cui produzione è inibita dall'eccessiva esposizione alla luce blu, sull'orologio biologico, il ritmo circadiano, il cervello e le funzioni fisiche e ormonali.

I sintomi più comuni della stanchezza cronica da schermo elettronico, derivata dallo sforzo oculare e dalla carenza di melatonina, sono: affaticamento della vista (astenopia), secchezza oculare, facilità al fosfene, diplopia, palinopsia, pseudo-scotoma, pseudo-aura, stanchezza e astenia senza un apparente motivo, senso di pesantezza, perdita di lucidità, mal di testa, dolore al collo (cervicalgie), vertigine, visione offuscata e/o disturbata (effetto ghosting oculare), nausea, insonnia, dissonnie e parasonnie.[13][14] I sintomi peggiorano in persone già sottoposte a forti stress psicofisici.

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Prognosi e trattamento

La sindrome da stanchezza cronica da schermo elettronico è un disturbo collegato alle patologie derivanti dall'uso di prodotti tecnologici.

Un utilizzo di appositi occhiali per computer, con filtri per le alte frequenze, protegge gli occhi dalla luce blu degli schermi, e riscontra pareri positivi.[5][15] In ogni caso, un utilizzo degli schermi elettronici superiore a 4-5 ore al giorno è sconsigliato, in quanto la stessa funzione biologica dell'occhio non prevede il contatto prolungato con essi.

Note

Voci correlate

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