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insieme di elementi o sottosistemi interconnessi tra di loro o con l'ambiente esterno tramite reciproche relazioni Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Un sistema può essere definito come l'unità fisica e funzionale, costituita da più parti o sottosistemi (tessuti, organi o elementi ecc.) interagenti (o in relazione funzionale) tra loro (e con altri sistemi), che formano un tutt'uno in cui ogni parte dà il proprio contributo per una finalità comune (o un obiettivo identificativo)[1]. Spesso, in anatomia, il termine "sistema", proprio per lo scopo comune dei suoi componenti, viene confuso con il termine "apparato", ma la struttura e la funzionalità dei sistemi ne rendono la semantica ben più ampia, articolata o complessa rispetto a quella degli apparati.
La caratteristica distintiva di un sistema può essere l'equilibrio complessivo che si crea fra le singole parti che lo costituiscono. Ogni disciplina ha i suoi sistemi, sia a scopo funzionale, che a scopo strutturale/organizzativo, o con intenti di classificazione e ordinamento.
Le componenti di un sistema possono essere:
In genere, un sistema è un concetto relativo, e può essere riconosciuto e classificato secondo la natura dei suoi componenti e le preferenze del suo osservatore/costruttore[2].
Un sistema artificiale ingegneristico è quindi sempre ben organizzato, con una sua specifica denominazione e un determinato scopo.
La sistemistica o ingegneria dei sistemi è la disciplina che si occupa di identificazione, progettazione, costruzione e messa in opera di sistemi che rispondano agli obiettivi prefissati (sistemi funzionali) in particolare il sistema di controllo a partire dall'analisi o studio dei sistemi dinamici.
Nell'ambito della psicologia ed in particolare della psicoanalisi della relazione, è stata applicata la teoria dei sistemi anche nella concettualizzazione dell'uomo. Uno dei massimi esponenti di questa teoria è Louis Sander[3], professore di psichiatria alla Boston University School of Medicine, che ha preso spunto dagli antesignani di questo filone che sono: Ludwig von Bertalanffy, Humberto Maturana e Francisco Varela. L'uomo è concettualizzato come un sistema vivente ed, in quanto tale, ne acquisisce tutte le caratteristiche di sistema complesso, mantenendo però alcune peculiarità come la metacognizione.
Dalla definizione di "sistema" proposta da Pignatti e Trezza[4] («Un sistema è costituito da un insieme di parti interagenti»), si ricavano due corollari che costituiscono le proprietà di un sistema e ne completano la definizione:
Lo studio di un sistema semplice o complesso deve essere effettuato con metodo. La corretta visione delle sue componenti può essere presa in considerazione mediante due approcci fondamentali:
Un sistema si può definire complesso se raggiunge una determinata soglia che può essere:
Si definiscono dei sistemi in molte discipline:
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