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Space Shuttle Columbia
orbiter costruito nell'ambito del programma Space Shuttle Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Lo Space Shuttle Columbia (designazione NASA OV-102) fu il secondo orbiter costruito nell'ambito del programma Space Shuttle dopo l'Enterprise. Fu però il primo a volare nella missione STS-1 compiuta tra il 12 e il 14 aprile 1981. Il 1º febbraio 2003 il Columbia si disintegrò nell'atmosfera durante il volo di rientro dalla sua ventottesima missione (STS-107). Tutti e sette gli astronauti morirono nell'incidente.
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Storia
Riepilogo
Prospettiva
La costruzione del Columbia iniziò nel 1975, a Palmdale, in California. Venne chiamato così in onore della nave capitanata da Robert Gray che esplorò il Pacifico nord occidentale e divenne il primo vascello statunitense a circumnavigare il globo. Il nome Columbia, inoltre, ricorda il modulo di comando della missione Apollo 11. Completata la costruzione l'orbiter venne portato al John F. Kennedy Space Center il 25 marzo 1979.
Il 19 marzo 1981, prima del lancio inaugurale, due tecnici rimasero uccisi e quattro feriti durante un test a terra sull'orbiter. Il primo volo del Columbia fu comandato da John Watts Young (un veterano dello spazio proveniente dai programmi Gemini e Apollo) e pilotato da Robert Crippen, mai stato nello spazio in precedenza, ma appartenente all'equipaggio di supporto per missioni Skylab e Apollo-Sojuz.
Nel 1983 il Columbia venne lanciato per la prima missione (STS-9) con 6 astronauti a bordo, incluso il primo non-americano a bordo di uno Shuttle, il Tedesco Ulf Merbold. Il 12 gennaio 1986 il Columbia decollò con il primo astronauta ispanico, Franklin Chang-Diaz. Il 5 marzo 1998 la NASA nominò il tenente colonnello Eileen Collins come comandante di una futura missione Columbia, missione che rese Collins la prima donna a comandare uno Space Shuttle.
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La missione finale
Riepilogo
Prospettiva

Durante la sua ultima missione, il Columbia trasportava a bordo il primo astronauta israeliano, Ilan Ramon e la prima astronauta donna indiana, Kalpana Chawla. Gli altri membri dell'equipaggio erano Rick Husband (comandante), Willie McCool (pilota), Michael Anderson, Laurel Clark e David Brown.
La mattina del 1º febbraio 2003, il Columbia stava rientrando in atmosfera dopo una missione scientifica di 16 giorni. La NASA perse i contatti radio alle 9:00 a.m. (meridiano est degli Stati Uniti), appena pochi minuti prima dell'atterraggio programmato alle 9:16 nel Kennedy Space Center in Florida. Diverse riprese video mostrarono i resti del Columbia in fiamme nei cieli del Texas, a un'altitudine approssimativa di 63 km e a una velocità di circa 20.160 km/h (5,6 km/s). I detriti e i rottami sono stati raccolti in silos missilistici in disuso (decommissionati) alla Cape Canaveral Air Force Station.
Dall'analisi delle immagini della partenza dello Shuttle si è potuto vedere che un blocco di schiuma solida si era staccato dall'External Tank colpendo il rivestimento dell'ala sinistra della navetta, provocando un foro di circa 25 centimetri che, al rientro, avrebbe permesso al calore di entrare all'interno, indebolendo la struttura portante della navetta fino a renderla ingovernabile, tanto da consentire alle forze aerodinamiche di disintegrarla.
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Voli
Riepilogo
Prospettiva
Lo Space Shuttle Columbia effettuò 28 missioni, rimase in orbita per 300,74 giorni, completando 4.808 orbite e percorrendo in totale 201.497.772 chilometri, inclusa la missione finale.

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Voci correlate
- Programma Space Shuttle
- NASA
- Programma Buran, navette sovietiche
- Disastro dello Space Shuttle Columbia
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Space Shuttle Columbia
Collegamenti esterni
- La perdita del Columbia - FAQ, su io.com. URL consultato il 25 giugno 2005 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2010).
- Shuttle Orbiter Columbia (OV-102) dal sito NASA, su science.ksc.nasa.gov. URL consultato il 25 giugno 2005 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2019).
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