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Sticky bit

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Nei sistemi operativi Unix e Unix-like, ed in generale nei sistemi POSIX, lo sticky bit è un permesso speciale che può essere associato ad un file (tipicamente ai file eseguibili) o ad una directory.

Per i file, principalmente di tipo eseguibile, l'utente amministratore li può etichettare, in gergo taggare, in modo da farli mantenere nella memoria principale, anche quando il bisogno di essi termina, per ridurre al minimo gli scambi che si verificherebbero quando si presentasse un'altra necessità, e i file adesso dovrebbero essere ricaricati dalla memoria secondaria, relativamente lenta.[1] Questa funzione è diventata obsoleta a causa dell'ottimizzazione della tecnica di scambio, detta swapping.

Per le directory, quando il loro sticky bit è impostato, il filesystem tratta i file contenuti in tali directory in maniera speciale: solo il proprietario dei file, della directory o l'utente amministratore possono rinominare o cancellare i file. Senza lo sticky bit settato, qualsiasi utente con permessi di scrittura ed esecuzione nella directory potrebbero rinominare o cancellare i file contenuti in essa, indipendentemente dal proprietario dei file. Tipicamente questo bit viene settato alla directory dei file temporanei /tmp per prevenire che account di utenti ordinari possano cancellare o spostare file di altri utenti.

La moderna funzione dello sticky bit è rivolta alle directory: protegge esse e il loro contenuto dalla possibilità che vengano modificate maliziosamente da utenti non-proprietari; esso è presente nella maggior parte dei moderni sistemi Unix-like.

I file presenti in una cartella comune condivisa come /tmp fanno comunque affidamento ai singoli proprietari; gli altri utenti potrebbero non essere in grado di cancellarli, sovrascriverli o rinominarli.

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Storia

Riepilogo
Prospettiva

Lo sticky bit venne introdotto nella quinta edizione di UNIX, nel 1974, per essere usato solo su file eseguibili. Se impostato, esso forzava il sistema operativo a mantenere nello spazio di swap l'immagine del programma anche dopo che il processo relativo era terminato. Questo comportamento velocizzava le esecuzioni successive, in quanto lo spazio di swap era gestito come un file contiguo, e quindi più rapido da rileggere rispetto ai file eseguibili, che potevano essere memorizzati in maniera frammentata all'interno del file system.[2] I programmi avviati frequentemente, come gli editor di testo, ne guadagnavano molto in velocità d'avvio. Tra i problemi causati dall'uso dello sticky bit vi era quello della sostituzione del file eseguibile originale: per poterlo fare bisognava innanzitutto rimuovere lo sticky bit dal file eseguibile, quindi eseguire il programma e poi uscirne al fine di pulire la cache, per poi sostituire il file eseguibile ed infine ripristinare lo sticky bit.

La velocità guadagnata in esecuzioni ripetute andò persa quando Unix venne portato sui sistemi hardware con il supporto per l'accesso diretto alla memoria (Direct Memory Access) da parte dei dispositivi di memoria di massa, ed anche su quelli che sostituivano il sistema di swapping con il paging. Nonostante ciò, lo sticky bit restò operativo in molte varianti della Versione 5 (in particolare sui sistemi Solaris [3] e su HP-UX). La release 4.4 Lite del BSD mantenne il supporto allo sticky bit sul proprio sistema, per poi eliminarlo nella versione OpenBSD (dalla release 3.7) e FreeBSD (dalla release 2.2.1); rimane in NetBSD. Nessuna versione di Linux ha mai supportato il comportamento tradizionale per i file eseguibili.

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Uso

Riepilogo
Prospettiva

Al giorno d'oggi lo sticky bit viene comunemente usato per le directory destinate a contenere file temporanei di più utenti: se impostato su una directory esso indica che i file e subdirectory in essa contenuti possono essere cancellati o rinominati solo dal proprietario, o dal proprietario della directory che lo contiene o dall'utente root, anche se si dispongono di tutti gli altri permessi di scrittura necessari. Questo permesso viene spesso impostato sulle directory /tmp e /var/tmp per evitare che utenti ordinari cancellino o spostino i file temporanei appartenenti agli altri utenti, pur consentendo a chiunque di creare nuovi file e directory. Questo comportamento venne introdotto nel 4.3BSD (1986) ed è tuttora presente in molti sistemi Unix.

Su Solaris, a partire da SunOS 2.5, lo sticky bit può essere impostato dall'amministratore (root) su file non eseguibili per indicare al kernel di non mantenere in cache i dati di tali file. L'uso è tipico con i file di swap, per evitare che le operazioni di accesso a tali file finiscano con l'occupare la cache a scapito di altri dati più importanti. Questo comportamento viene occasionalmente sfruttato anche per effettuare dei test che misurano le prestazioni del sistema (benchmark).

Ulteriori informazioni Sistema Operativo, Directory ...
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Esempi

Riepilogo
Prospettiva

Lo sticky bit può essere impostato tramite il comando chmod, specificandolo tramite la sua rappresentazione ottale 1000 o tramite la rappresentazione simbolica t (s è già usato per il permesso setuid).

Ad esempio, per impostarlo sulla directory /usr/local/tmp, directory condivise per file temporanei, si può usare il comando

 # chmod +t /usr/local/tmp

Per assicurarsi che tale directory abbia anche gli altri permessi standard si può usare

 # chmod 1777 /usr/local/tmp

Invece per rimuoverlo si può utilizzare il comando

 # chmod -t /usr/local/tmp

oppure

 # chmod 0777 /usr/local/tmp

il quale inoltre setta i permessi standard alla directory tmp.

Nella notazione simbolica dei permessi, la presenza dello sticky bit è segnalata dalla lettera t all'ultimo posto (quello altrimenti usato per indicare il permesso di esecuzione x per la classe altri). Ad esempio, su Solaris 8, la directory /tmp, che normalmente ha lo sticky bit attivato, viene mostrata così:

$ ls -ld /tmp
drwxrwxrwt   4 root     sys          485 Nov 10 06:01 /tmp

In caso di file o directory privi del permesso di esecuzione per la classe altri, viene invece usata la lettera T maiuscola (sostituendo quello che altrimenti sarebbe -), ad esempio:

# ls -l test
-rw-r--r--   1 root     other          0 Nov 10 12:57 test
# chmod +t test; ls -l test
-rw-r--r-T   1 root     other          0 Nov 10 12:57 test

Note

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Voci correlate

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