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Tir-na-nog (È vietato portare cavalli in città)

film del 1992 diretto da Mike Newell Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Tir-na-nog (È vietato portare cavalli in città)[1][2] (Into the West) è un film del 1992 diretto da Mike Newell.

Fatti in breve Titolo originale, Paese di produzione ...

In lingua gaelica "Tir-na-nog" significa "Terra dell'eterna giovinezza".[3]

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Trama

Racconta la storia di due giovani fratelli: Ossie e Tito. Un kelpie li raggiunge per unire la loro famiglia lacerata dalla morte della madre. Ossie lo chiama Tír na nÓg e immagina che il kelpie rappresenti l'anima della loro madre. Si tratta di un cavallo bianco o di una giumenta in grado di correre estremamente veloce e saltare formidabili lunghezze e altezze. Fedele alla sua natura kelpie, attira Ossie nell'oceano; tuttavia, viene salvato dall'annegamento dal fantasma di sua madre e dall'amore di suo fratello e di suo padre.

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Produzione

Distribuzione

Fu presentato in Italia al Giffoni Film Festival nell'agosto 1993[4]; la distribuzione nelle sale cinematografiche iniziò il 25 gennaio 1994.[5][6]

Accoglienza

Critica

«[...] è un classico film per minorenni, banalmente ben realizzato, di buoni sentimenti e di buona fotografia di Tom Siegel.»
«[...] il regista "proletario" Mike Mewell (Ballando con uno sconosciuto) esalta, magnifica, celebra, decanta. Nell'ordine: l'essere zingari, l'essere irlandesi, l'essere liberi, l'essere. Ritmo galoppante, montaggio spedito, bellissime locations. Buoni sentimenti, lacrimucce, ecologia e tolleranza ostentata: tutto spacciato in overdose. Preoccupante somiglianza del più piccolo gitano con Totò Cascio
«Tirnanog è quel che si dice un onesto intrattenimento per tutta la famiglia. Niente di meno, niente di più.»
«Notevole per le stupende scenografie, il rigore narrativo quasi costante, il ritmo sostenuto, la recitazione appropriata e l'ottima regia. Positivo per la ricchezza di valori umani che lo percorre, senza cedimenti al patetico e al sentimentale, e per il coraggio tutto irlandese di far spazio al soprannaturale.»
«Interessante come documento sociologico sui costumi dei nomadi irlandesi, arricchito dalla musica di Patrick Doyle (lo stesso di Indocina) e da sontuosi paesaggi, interpretato da attori molto efficaci [...]. Il film racconta un sogno di libertà con un linguaggio diretto a ogni tipo di spettatore: emozionante in più luoghi, con una sorta di magico realismo che ben si addice alla morale della favola, e qua e là divertente.»
«Il film, in omaggio alla fantasia irlandese e alla sua tradizione popolare, mescola episodi comici e surreali (una notte al cinema, con il cavallo che mangia pop corn e beve Coca Cola) a un finale leggendario che porta i protagonisti nel West e svela che il cavallo è l'incarnazione di ben altra creatura, rispolverando la tradizione aperta dalla Walt Disney per gli spettacoli per tutta la famiglia.»
«Cinematograficamente notevole per le stupende scenografie, il rigore narrativo quasi costante, il ritmo sostenuto, la recitazione appropriata e l'ottima regia, Tir-Na-Nog è un film tematicamente positivo per la ricchezza di valori umani che lo percorre, senza cedimenti al patetico e al sentimentale, e per il coraggio tutto irlandese di far spazio al soprannaturale, ad elementi religiosi, alla preghiera, con discrezione e naturalezza, come a componenti del quotidiano di una cultura semplice e schietta e non ancora intaccata dalla generale massificazione, dove i bambini possono ancora fantasticare liberamente sul filo di leggende venate di poesia, senza tracce di teledipendenza, di robot mostruosi e di video-game ossessivi.»
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Note

Collegamenti esterni

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