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Tracheobroncomalacia

condizione caratterizzata da flaccidità della cartilagine della trachea, con conseguente collasso tracheale Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Tracheobroncomalacia
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La tracheobroncomalacia (TBM) o sindrome di Williams-Campbell è una condizione caratterizzata da flaccidità della cartilagine della trachea, con conseguente collasso tracheale.[1] Questa condizione può altresì colpire i bronchi. Esistono due forme di questa rara patologia: TB primaria e TB secondaria. Nel primo caso la causa è genetica e la sintomatologia appare intorno ai 2 anni di età; nel secondo caso invece si presenta in seguito a traumi o infiammazioni croniche e si sviluppa (proprio la natura dell'eziologia) principalmente nell'età adulta.[2]

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
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Il 28 maggio 2013 è stato reso nota una terapia tramite l'utilizzo di una trachea stampata in 3D.[3] Grazie a ciò sono già stati salvati 3 bambini.

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Sintomi

Talvolta inizialmente o completamente asintomatica, questa patologia include:

  • respiro corto
  • tosse
  • accumulo di muco
  • respiro fischiante
  • difficoltà respiratorie
  • colorazione bluastra della pelle attorno a naso e bocca[4]
  • bronchiectasie

Diagnosi

La diagnosi dipende dalla gravità dei sintomi: inizialmente sono condotti test di funzionalità polmonare[5]. Questi test includono la verifica della capacità polmonare per quanto riguarda i flussi di inspirazione ed espirazione e flussi di ossigeno e anidride carbonica. Successivamente si possono utilizzare tecniche più avanzate come TAC e broncoscopia[6]. Si definisce tracheobroncomalacia lieve se la trachea del paziente è al 50% della sua capacità durante l'espirazione, tracheobroncomalacia moderata se tale percentuale scende al 25% e infine grave se le pareti della trachea giungono a toccarsi.

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Trattamento

Per somministrare la giusta terapia al paziente è innanzitutto necessario distinguere a quale tipo appartiene (TBM primaria o secondaria). Dopo aver determinato quale tipo di TBM sia, è necessario determinare la causa che l'ha provocata. Nel caso essa sia un'infiammazione cronica della trachea, il primo passo sarà cercare di eliminare le cause a tale situazione. Negli altri casi (genetica) o più generalmente non sia possibile porre rimedio alle cause primarie della TBM, è necessario ricorrere a trattamenti più incisivi: stent al silicone per dilatare la trachea, chirurgia per rinforzare o ricostruire le pareti tracheali, pressione continua nelle vie aeree[7] grazie ad una macchina che soffi in maniera continua aria nella trachea per mantenerla aperta (principalmente di notte), oppure una tracheotomia[8]. I pazienti asintomatici non necessitano di trattamenti e spesso non viene neppure formalizzata una diagnosi.[2]

Note

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