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Trauma (medicina)

lesione dell'organismo causata dall'azione, dannosa e improvvisa, di agenti esterni Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Trauma (medicina)
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Un trauma (dal greco antico: τραῦμα?, "ferita") è una lesione dell'organismo causata dall'azione, dannosa e improvvisa, di agenti esterni tramite l'applicazione di energia alla vittima; come esempi di trauma si possono elencare le fratture, il trauma cranico, l'ustione, la causticazione o la contusione.

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
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I traumi possono portare a gravi complicanze secondarie, come lo shock cardio-circolatorio o l'insufficienza respiratoria e, nei casi peggiori, possono avere un esito fatale.

Si stima che i traumi siano la sesta causa di morte nel mondo: sono un grave problema di salute pubblica e hanno notevoli costi sociali ed economici.

Fondamentale è la loro prevenzione, che va dal semplice rispetto delle regole (mettere la cintura quando si guida, indossare il casco in moto o motorino, ecc.) fino all'adozione di misure di sicurezza supplementari (ad esempio portare gli occhiali di protezione durante lo sport o il bricolage consente di prevenire i traumi oculari), passando per un comportamento atto a una maggiore cautela in situazioni di rischio (moderare la velocità quando si scia, andare piano quando si va in bicicletta in città, ecc.).[senza fonte]

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Classificazione clinica

Riepilogo
Prospettiva

La valutazione della gravità dei pazienti traumatizzati è un elemento fondamentale per la loro assistenza iniziale, poiché determina quali risorse preospedaliere ed ospedaliere implementare.[1]

Tuttavia, essa non è semplice a causa della grande variabilità delle lesioni, sia in termini di gravità che di localizzazione anatomica, e richiede strumenti di valutazione adatti; a questo scopo che sono stati sviluppati numerosi punteggi e indici prognostici, principalmente di origine americana.[1]

Scale fisiologiche

Questi punteggi si basano sull'osservazione di diversi parametri clinici che possono essere facilmente raccolti sul campo o in ospedale da medici, infermieri o assistenti sanitari. La raccolta di questi parametri deve essere affidabile, cioè riproducibile indipendentemente dall'osservatore, e avere una relazione diretta con la prognosi della vittima.[1]

Scale anatomiche

Valutano la gravità del trauma in base alle lesioni anatomiche osservate e permettono l'analisi statistica e il confronto della sopravvivenza di diversi pazienti, ma vengono sempre calcolate a posteriori: infatti, per essere affidabili, devono essere determinate a partire da diagnosi certe. Ciò significa che il punteggio viene calcolato non solo in base ai risultati dell'esame obiettivo, delle radiografie e delle TAC, ma anche dei referti chirurgici e delle autopsie dei pazienti deceduti, che possono rivelare gravi lesioni passate inosservate.[1]

Questi punteggi non vengono quindi utilizzati come strumenti di triage o per valutare l'effetto delle terapie, ma sono molto utili per costituire gruppi di pazienti di gravità omogenea e per quantificare la gravità delle loro lesioni.[1]

  • Abbreviated Injury Scale (AIS)
  • Injury Severity Score (ISS)
  • Anatomic Profile (AP)
  • Injury Impairment Scale (IIS)

Scale miste

  • Trauma and Injury Severity Score (TRISS)
  • A Severity Characterization of Trauma (ASCOT)

Triage preospedaliero

Nonostante la loro apparente efficacia, i punteggi di triage (che consentono di decidere sul campo se il paziente traumatizzato debba essere indirizzato a un centro traumatologico come trattamento di prima linea) non sono esenti da difetti: il meccanismo di lesione non viene generalmente preso in considerazione, nonostante influenzi significativamente la prognosi. L'RTS è il metodo il più studiato, ma molti punteggi fisiologici come il CRAMS sono stati validati.[1]

Un punteggio come il Prehospital Index (PHI) diventa uno strumento di triage più efficace quando è associato a una valutazione del meccanismo della lesione (sensibilità del 78%).[1][2]

Anche lo stato fisiologico del paziente prima dell'incidente influenza direttamente la prognosi;[3] ciò spiega in parte perché l'ordinamento dei punteggi può essere errato.[4] La sensibilità e la specificità di questi punteggi raramente superano il 70% nel predire la sopravvivenza nei pazienti gravemente feriti;[5] inoltre il giudizio clinico dei soccorritori è almeno altrettanto valido quanto qualsiasi punteggio nel predire la mortalità o la necessità di un intervento chirurgico d'urgenza.[6] Ciò ha portato recentemente a un cambiamento nella strategia di triage preospedaliero e alla sostituzione dei punteggi con una regola molto semplice, come la Trauma Triage Rule:[5] secondo questa regola (una specificità e una sensibilità del 92%[5]), un trauma grave è definito dall'osservazione di almeno uno dei seguenti criteri:[1]

Un'altra possibilità è quella di utilizzare non un punteggio ma un algoritmo di analisi che procede per fasi consecutive; il più sofisticato degli algoritmi anglosassoni è quello raccomandato dall'American College of Surgeons.[7] A partire da esso, durante un congresso del SAMU de France a Vittel nel 2002, fu sviluppato un algoritmo oggi denominato "algoritmo di Vittel", che incorporava da un lato i dati più recenti sulla valutazione dei pazienti politraumatizzati e dall'altro gli elementi di rianimazione preospedaliera, assenti nel sistema americano.[8]

Sebbene più complessa, questa metodologia che utilizza algoritmi ha il vantaggio di essere molto più medica e di tenere conto del ragionamento strategico. In effetti, la presenza di medici nella fase preospedaliera delle cure è più adatta ad un approccio strategico che ad un mero un punteggio.[1]

I criteri di Vittel

La valutazione clinica pre-ospedaliera dei pazienti traumatizzati secondo i criteri di Vittel è ben consolidata e si basa su criteri di gravità suddivisi in cinque categorie: variabili fisiologiche, componenti cinetiche, lesioni anatomiche, rianimazione prima dell'ospedalizzazione e anamnesi.[9]

L'esistenza di uno o più di questi criteri, definisce un paziente traumatizzato grave. La presenza di un singolo criterio è sufficiente a caratterizzare la gravità del trauma, fatta eccezione per i fattori anamnestici, che devono essere valutati caso per caso.[9]

Inoltre, sono stati definiti criteri di gravità estrema, poiché associati a mortalità molto elevata: pressione arteriosa sistolica <65 mmHg (mortalità: 65%), GCS ≤12 (mortalità: 62%) e SpO2 <80% o non rilevabile (mortalità 76%).[9]

Criteri di Vittel[9]
Parametri fisiologici
  • GCS <13
  • Pressione arteriosa sistolica <90 mmHg
  • Saturazione O2 <90%
Elementi cinetici
  • Eiezione dal veicolo
  • Altro passeggero deceduto nello stesso incidente
  • Caduta > 6 m
  • Vittima proiettata o investita
  • Valutazione globale (deformazione del veicolo, velocità stimata, assenza di casco, assenza di cintura di sicurezza)
  • Esplosione
Lesioni anatomiche
  • Trauma penetrante a testa, collo, torace, addome, pelvi, braccio, coscia
  • Volet costale
  • Grave ustione, inalazione di fumo
  • Bacino fratturato
  • Sospetta lesione del midollo spinale
  • Amputazione sopra o a livello di polso o caviglia
  • Ischemia acuta di un arto
Rianimazione prima del ricovero
Fattori anamnestici
  • Età > 65 anni
  • Insufficienza cardiaca o coronarica
  • Insufficienza respiratoria
  • Gravidanza al secondo o terzo trimestre
  • Coagulopatie
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Danno primario e secondario

Il danno che viene causato direttamente dal trauma è chiamato danno primario. Ad esempio in un incidente stradale i danni primari che può subire una persona possono essere la rottura di ossa e legamenti.

I danni secondari sono quelli che il paziente riporta a seguito di un trauma; infatti l'energia del trauma (cinetica, termica, ecc...) agisce anche sugli organi interni e può procurare danni più o meno gravi. I danni secondari più frequenti possono essere l'ipossia (mancanza di ossigeno), l'ipotensione (abbassamento della pressione arteriosa dovuta all'instaurarsi di uno stato di shock), l'ipercapnia (aumento dell'anidride carbonica nel sangue) e l'ipotermia (abbassamento della temperatura corporea).

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Note

Voci correlate

Altri progetti

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